Potere H. I disabili che hanno fatto la storia
- Autore: Roberto Zucchi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Senza vista, ma che versi. Senza udito, ma che musica. Senza gambe, ma quanta volontà. Senza forze, ma che forza! Omero, Beethoven, Alex Zanardi sono solo alcuni dei quarantaquattro protagonisti di un volume Potere H. I disabili che hanno fatto la storia , che il giornalista veneto Roberto Zucchi ha pubblicato a maggio per le edizioni il Prato, di Saonara-Padova (214 pagine 13 euro).
Filo conduttore è il contributo dei disabili alle conquiste dell’umanità, al progresso scientifico e della cultura.
Modenese di nascita (1956), ma padovano da sempre, Zucchi è stato cronista e caporedattore centrale del quotidiano “il Gazzettino” di Venezia. Laureato in Scienze politiche con una tesi sulle origini mistiche del nazismo, sposato e padrone amato di due cani, è paraplegico dal 1983, dopo un incidente in moto. A suo insindacabile, ma per diretta ammissione, non infallibile giudizio, ecco divisi per grandi epoche uomini e donne che nel corso della vita non solo hanno affrontato la sfida della disabilità, ma che nonostante i loro handicap hanno raggiunto i vertici nelle discipline in cui eccellevano. Artisti, compositori, scienziati, inventori.
L’autore non ha dubbi nel parlare senza mezze misure di “handicap” e “handicappati”. Proprio in quanto appartenente alla categoria, Zucchi chiede di mettere al bando tutte le espressioni ipocrite di decenza fiorite da decenni nell’ambito del politicamente corretto: dall’apparentemente innocente “diversamente abili” al tortuoso “sensorialmente deprivati” o anche all’asettico “portatori di deficit uditivo, visivo, motorio”. I disabili, insiste, sono persone, né più né meno come le altre, con gli stessi diritti e doveri, ma con qualche difficoltà supplementare da superare ogni giorno.
Sotto questo aspetto, nella loro normalità hanno semmai qualcosa di più da vantare rispetto a tutti. Sono dei combattenti, dotati di un superpotere: l’handicap power, il Potere H del titolo.
La storia dei disabili - qui raccontata traverso le conquiste dei Supereroi tra i Supereroi, con l’H sul petto – è storia di un’integrazione che negli ultimi decenni ha fatto progressi enormi, ma che nel passato ha in genere raccontato vicende di dolore, sofferenza, non accettazione. E di selezione naturale.
Per le tribù antiche, un soggetto portatore di handicap rappresentava un peso, un grosso onere per la comunità. Anche se i nuovi studi storici non confermano che le autorità spartane e romane eliminassero i neonati gettandoli dal Taigeto o dalla Rupe Tarpea, è pur vero che le società povere o tribali erano costrette a seguire criteri socio-economici rigidamente selettivi: quando le risorse comuni erano scarse, non sembrava giusto dividerle con quanti fossero inutili per la collettività.
Con l’affermazione del Cristianesimo e a Oriente dell’Induismo, alla diversità si collegò perfino un pregiudizio negativo, di carattere religioso. Deformità e patologie invalidanti erano considerate una punizione divina, per qualche peccato presente o passato. Questo esponeva all’esclusione e allo stigma sociale intere categorie di pazienti, come i nani e soprattutto i lebbrosi e ha ritardato per secoli il doveroso sviluppo di ricerche mediche e percorsi adeguati di cura.
Il lavoro di Zucchi, con le decine di biografie, è sviluppato secondo un criterio cronologico. Si parte dall’antichità e accanto al poeta cieco Omero e al Re Pescatore (il custode paraplegico del Sacro Graal) ecco il giovane Baldovino IV, re di Gerusalemme affetto dalla forma più spietata di lebbra. Deformava il volto con piaghe che facevano assumere fattezze leonine ai lineamenti.
Seicento e Illuminismo sono l’epoca del drammaturgo inglese John Milton, colpito da cecità e di Luis Braille, il brillante ragazzo dei sobborghi di Parigi che mise a punto l’omonimo sistema di lettura per ipovedenti.
Il 1800 è il secolo degli inventori, compreso l’americano Thomas Alva Edison, illuminante con le sue sperimentazioni sulla luce artificiale, ma in difficoltà con l’udito e del “piccolo” Henry de Tolouse-Lautrec, gigante della pittura alto appena 1 metro e 52 cm.
Il 1900 è tempo di svolte epocali, impresse in politica da Franklin Delano Roosevelt, presidente del New Deal americano costretto dalla poliomielite alla sedia a rotelle. Significativo il contributo offerto alle sorti della cultura mondiale dalla messicana Frida Kahlo, tormentata da mille difficoltà motorie.
Eroi moderni sono il pianista cieco Ray Charles, lo scienziato deforme Stephen Hawking e un attore simbolo, il Christopher Reeve che “volava” nei cinema con la tuta di Superman, poi costretto a passare l’ultima parte della vita in totale immobilità per una lesione spinale provocata da una caduta da cavallo. Eroi contemporanei sono il cantante Stevie Wonder, il volitivo Zanardi e il controverso Oscar Pistorius, di cui sappiamo tutto.
Potere H. I disabili che hanno fatto la storia , si diceva, è anche una storia dell’integrazione dei disabili, dall’accettazione all’inserimento fino alla progressiva assimilazione sociale. È un percorso che ha portato alla parità e Zucchi insiste, anche per questo, nel non ritenere offensivo essere considerato un disabile, un portatore di handicap. Nel testo non evita di usare senza problemi termini come cieco, sordo. Non li ritiene dispregiativi, solo più immediati.
Potere H: I disabili che hanno fatto la storia
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