Mamma lupa
- Autore: Geraldine Elschner
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2017
“Mamma Lupa” (Jaca Book, 2017, titolo originale Maman Loup, traduzione di Laura Molinari e Vera Minazzi, illustrazioni di Elodie Nouhen) di Geraldine Elschner, è l’ultimo album della serie Pont des Arts, storie per entrare nell’arte, ispirata alla statua di bronzo raffigurante una lupa che allatta due gemelli, custodita presso i Musei Capitolini di Roma.
“Dov’erano? Cosa stavano facendo?”.
Mamma Lupa, da quando i suoi lupacchiotti avevano abbandonato la tana di famiglia, li cercava dappertutto: fiutava ovunque nei boschi, rovistava nei cespugli ai piedi dei sette colli che formavano l’orizzonte.
“Di sicuro erano ormai diventati grandi”.
I suoi figli le mancavano molto ma un giorno mentre si stava dissetando lungo le rive del Tevere aveva sentito un gemito. Una cesta fluttuava sull’acqua verde intrappolata ai piedi di un fico selvatico. Al suo interno si trovavano due piccoli neonati
“più bianchi di un mattino d’inverno”
che sembravano teneri da mordicchiare. L’animale aveva intuito che quelle creature, proprio come i suoi piccoli, erano molto affamate. Quindi, senza esitare, li aveva nutriti, goccia dopo goccia,
“il suo latte iniziò a scendere nelle loro bocche affamate”.
La mamma adottiva aveva portato i gemelli al riparo nella grotta dove viveva alle pendici del monte Palatino, poi li aveva leccati a lungo per riscaldarli. La lupa non sapeva nulla di loro e non le importava che non fossero pelosi come i suoi cuccioli. Infatti, l’animale sapeva già di amarli, e il tempo passò. Un giorno un pastore di nome Faustolo, mentre faceva pascolare il suo gregge vide quei cuccioli d’uomo con la loro singolare mamma e non aveva ritenuto opportuno una simile convivenza, perché troppo pericolosa. La moglie del pastore non aveva avuto figli e pensò:
“Con noi, sarebbero felici”.
L’uomo prese così i piccoli dalla tana e li portò nella sua casa per farli accudire dalla consorte. Il pastore li chiamò Romolo e Remo, secondo il mito lontani discendenti dell’eroe troiano Enea. Alcuni anni dopo uno di loro, il 21 aprile 753 a. C., avrebbe edificato una città meravigliosa e famosa nei secoli a venire.
Illustrazioni poetiche e delicate arricchiscono con efficacia la narrazione di una storia leggendaria riportata dallo storico romano Tito Livio e dal poeta Virgilio, ricca di fascino che stimola la fantasia dei piccoli lettori. Sin dall’antichità l’immagine della Lupa, emblema di Roma, che allatta i gemelli è stata associata al mito di fondazione della città dei sette colli, l’Urbe che malgrado tutti i suoi difficili problemi, continua ad attrarre visitatori ed estimatori.
“Doveva rassegnarsi. Da quel giorno, li guardò crescere da lontano”.
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