Meglio di come credi di Matteo Salvatti

“Meglio di come credi” (Ancora Editore, 2016) di Matteo Salvatti è un libro curioso. È scritto con l’eleganza tipica di questo autore, un po’ autocompiaciuta a dire il vero (tra le righe si percepisce sempre un «quanto sono bravo a scrivere, io») non che questo non sia vero ma a tratti potrebbe risultare antipatico, se non fosse, poi, simpatico nei contenuti. Un libro che colpisce per i temi più atipici che tratta: argomenti di discussione curiosi e insoliti, ironici e brillanti.

Questo autore trentenne ti accompagna nella sua vita, nella sua esistenza feriale dove incontra persone di tutti i tipi che lo fanno arrabbiare quasi sempre perché non riflettono. Matteo Salvatti poi, con una rara abilità, fa rinascere poeti, filosofi, personaggi della storia e li riporta lì con te nella discussione, questo davvero mi dà una sensazione piacevolissima. Ti sembra che anche loro partecipino alla conversazione.
Basta vedere l’indice dei nomi citati alla fine per capire quanto la cultura di questo scrittore non sia spocchiosa ma dia del tu ai grandi della storia attraverso le storie nelle quali ognuno può rispecchiarsi e, magari, litigare o gioire insieme. Vi sono capitoli che fanno sorridere, altri piangere, altri pensare. Davvero è generalista per antonomasia, perché è un libro che potrebbe piacere al manager con due lauree o alla vecchietta sotto casa. Chiunque avrebbe qualcosa da dire e a chiunque interesserebbe un punto di vista mai banale.

Un libro da consigliare perché, essendo diviso in tanti capitoletti, ognuno può gustarsi quelli che ritiene più adatti alla propria sensibilità. “Meglio di come credi” è un bel libro perché tiene compagnia, perché ti sembra di aver lì con te un amico nella tua camera che chiacchiera del più e del meno. E alla fine questo dovrebbe proprio fare un libro. Anche se i libri non sempre, anzi quasi mai, ci riescono. Matteo Salvatti ha questo dono. Davvero bravo.