Meglio stare a casa
- Autore: Edmondo Berselli
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2014
Una raccolta di articoli scritti da Edmondo Berselli, fra il 2003 il 2008, per Vita e Pensiero, la rivista culturale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con temi di cultura, luoghi comuni, cattolicesimo e come spesso succede quando i pensieri vengono espressi da un acuto intellettuale qual era Edmondo Berselli, tutt’oggi pienamente condivisibili.
A quattro anni dalla scomparsa è molto sentita l’assenza di un autore come lui: ironico e raffinato, capace di spaziare dalla cultura alla politica, dalla musica allo sport, tanti erano i suoi interessi e le sue passioni. Un narratore, lo descrive l’amico Lorenzo Ornaghi nella prefazione al libro, che con una sola battuta, ricercata, sapeva riassumere un libro, una canzone. Amava nei suoi interventi frapporre una distanza di sicurezza, indispensabile per chi come lui era uno scrittore, e soprattutto per il lettore.
" È il gesto con cui egli manifesta tutto il suo rispetto per chi, leggendo, coltiva ancora la fiducia che l’articolo di un giornale o di una rivista serva soprattutto a fargli capire qualcosa di più, o a farlo riflettere su qualcosa di nuovo e interessante, senza la fatica e la noia di doversi preoccupare del protagonismo troppo incombente di chi scrive, o delle sue predilezioni e dei suoi umori."
Meglio stare a casa. Sei saggi su cultura, luoghi comuni e cattolicesimo (Vita e Pensiero, 2014) si apre con l’articolo pubblicato nel 2003 Cari cattolici, meno lobby e più cultura.
Per Berselli il cattolicesimo italiano richiede attenzione, intelligenza e comprensione. Da attento osservatore e studioso disincantato, pone interrogativi sulle corrispondenze fra politica e cattolicesimo dopo la scomparsa della Democrazia cristiana e la fine dell’unità politica propria dei cattolici. Lo schema bipolare porta all’unità o alla crisi del cattolicesimo italiano? Probabilmente, sostiene Berselli, solo ad uno scontro muro a muro nella suddivisione fra centrodestra e centrosinistra, dimenticando in questo modo la visione fondamentale della scelta di vita ispirata dalla fede e dai principi del cattolicesimo.
Meglio stare a casa diviene quindi una conseguente distanza di sicurezza, quando si è costretti a veder compiersi trasferimenti ogni qual volta vi sia un fallimento di governo o un’inversione di credibilità nei programmi politici. Berselli ricorda come il ritorno della DC viene spesso evocato, ma non ha in sé la vera ricomposizione del partito politico con la cultura di stampo cattolico. È il bipolarismo; è il nostro sistema elettorale che induce alla flessibilità nella politica e rivela quanto sia anomala la nostra realtà. L’autore, inoltre, definisce il suo pensiero riguardante il governo dei partiti e cioè quella che dovrebbe essere una necessaria e utile politica per tutti noi, la politica della realtà, la definisce così, dal nome talmente normale da sembrare eccentrico (in questo articolo è solo accennato, ma è espresso ampiamente nel volume L’Economia giusta, uscito postumo nel 2010).
“Dopo l’imbroglio liberista, il ritorno di un mercato orientato alla società. Una via cristiana per uscire dalla crisi, perché l’economia giusta non sia affatto un’immaginazione… se giusta, l’economia non può che essere economia della realtà. E, opponendosi anch’essa a ogni snaturamento oligarchico della democrazia, si rivela il fidato alleato della politica della realtà.“
Altri temi sono esposti in questo suo breve saggio, politica, economia, cultura e la stessa distanza di sicurezza, così determinante nell’invogliarci al giudizio, la ritroviamo (non ultima) nell’articolo che dà il titolo al libro, nel quale Berselli pone una domanda per niente banale: turista o viaggiatore? Sono gli anni dei boom dei viaggi degli italiani, un fenomeno di massa che non aveva visto precedenti e l’autore, nel commentare il turismo consumistico, racconta in antitesi il suo senso del viaggiare. Con una inflessibile analisi ed una spiccata ironia descrive quanto la vacanza sia divenuta una voracità di consumo per i villeggianti, i turisti, che la vivono soprattutto come una fuga dal lavoro. E sarà per i turisti solo un’evasione: per coloro che con un tour operator volano sul Mar Rosso o per quelli che si mettono in coda in Sardegna per assistere all’arrivo delle star televisive. Mentre il viaggiatore appartiene ad una razza diversa: è colui che vive il viaggio come un’esperienza.
“Il viaggio comincia con un distacco, che apre il tempo e lo spazio a una vita diversa, a sensazioni ulteriori, a un modo di sperimentare l’esistenza. Perché il viaggio implica una decisione intellettuale, e un’adesione completa al proprio obiettivo. Il viaggiatore aderisce a un luogo con una specie di perdita della soggettività, addirittura della volontà individuale. Si perde nel territorio indistinto che ha raggiunto, e con quello si identifica.“
Meglio stare a casa raccoglie pagine di sapienti e singolari pensieri di un atipico intellettuale, dallo stile elegante e incisivo, capace di raffinate e rigorose analisi politologiche e insieme di vertiginose disquisizioni, scrive Aldo Grasso, suo amico e membro del Comitato Amici di Edmondo Berselli.
Un uomo colto e gentile, che amava studiare con la stessa e identica passione sia Max Weber che Max Pezzali, Vilfredo Paredo e Shel Shapiro.
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