Missitalia
- Autore: Claudia Durastanti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2024
Claudia Durastanti nel suo nuovo romanzo Missitalia ci propone, a partire dal titolo, una sorta di enigma da disbrogliare: Missitalia deve essere inteso nell’accezione inglese del termine “miss”, il verbo “mancare” che esprime anche il senso di perdita e di nostalgia, e infine il complemento oggetto “Italia”, ovvero il nostro povero e bistratto Paese.
In questo caso parliamo di una parte d’Italia ben definita, la Val d’Agri in Basilicata, terra di Lucania, scoscesa, piena di calanchi. Qui la scrittrice ha posto come protagoniste tre donne che vivono in epoche diverse ma hanno in comune l’iniziale del nome, la prima lettera dell’alfabeto: Amalia, Ada e A.
La prima protagonista è Amalia Spada, detta “Madre”, che vive alla fine dell’Ottocento:
Nella parte più secca e sfiatata della Val d’Agri: d’estate la terra si spacca come un guscio ricoperto di venature trasparenti. Chi ha l’asma può morire.
Ada vive a Roma, negli anni Cinquanta del secolo scorso, è giovanissima, entra a lavorare in una rivista, aiutata da una donna di forte personalità, Maria Sofia. circondata da uomini con i quali i rapporti restano ambigui: Karl, che decide di mandarla per un reportage sulla magia e il mistero in Val d’Agri, e Michael, un musicista americano che si occupa di musica etnica.
In quegli anni un magnate, il vero capo che tutto sovrintende, ha scoperto giacimenti di petrolio nell’apparentemente arida e petrosa della Basilicata, e quindi si faranno trivellazioni alla scoperta di giacimenti che trasformeranno quella regione in un Texas situato nel nostro retrogrado Meridione.
Infine il terzo capitolo della storia ci proietta nel futuro, nel 2051, quando ormai i viaggi verso la Luna sono diventati un’abitudine: ma, mentre gli spazioporti sono diffusi soprattutto in America, una forte corrente di pensiero ambientalista insiste per una riduzione delle emissioni nocive nell’atmosfera e quindi nella strategia di spostare quelle strutture. Si decide così di costruire uno spazioporto in una zona desertica della Basilicata, area abbandonata dopo che si era esaurita la quantità di petrolio che era stato estratto nel secolo precedente. La zona, ormai quasi del tutto spopolata, accoglie in modo incerto la notizia che doveva ancora una volta cambiare il volto di quella terra.
Qui incontriamo la terza protagonista femminile di questo insolito romanzo, denominata con l’iniziale A. Lei prima lavorava nella sezione dell’ASM dedicata allo smaltimento dei materiali superflui e si è trasferita sulla Luna nell’anno 2056.
La trama dei tre capitoli di Missitalia è troppo complessa e piena di riferimenti ai diversi tempi della Storia nei quali i personaggi si muovono, lavorano, sperimentano, amano, invecchiano, ricordano, sbagliano.
La “Madre” del racconto ottocentesco, all’indomani dell’Unità d’Italia, in pieno svolgimento della lotta del nuovo Stato per occupare il territorio che i “banditi” continuano a presidiare, è un personaggio forte, una specie di “madre coraggio” che accoglie nella sua casa superstiti della tempesta della storia, giovani maschi e femmine soprattutto, che si presenteranno come “streghe”, nella loro voglia di libertà ed emancipazione, mentre si va costruendo la modernità, rappresentata dalla nascita di una fabbrica di manufatti di tela, a sostituire il mondo contadino.
Ada invece è il simbolo della nascita dei diritti delle donne alla cultura, allo studio, al riconoscimento politico e identitario. Vive il posto di lavoro, il rapporto con i maschi, l’esperienza dell’aborto, come altrettante fasi di una crescita spesso molto dolorosa della condizione femminile a partire dai primi anni Cinquanta.
Infine la terza parte, quella più distopica, ci propone il dilemma del futuro che ci attende, il “futuro anteriore”, come lo chiamerà A.
Oltre all’originalità dell’architettura del romanzo, dove molte parti si integrano nella narrazione, quello che colpisce nella prosa di Claudia Durastanti è il tentativo di una sperimentazione linguistica coraggiosa e a volte destabilizzante per il lettore. Neologismi, costruzioni sintattiche insolite, termini che ci proiettano in un mondo fantastico, ma ugualmente familiare.
Facendo sì che quasi ogni edificio assumesse un aspetto rosicchiato, con involontarie merlature friabili che alteravano la percezione di quanto tempo fosse passato. Era difficile, sulla Luna, distinguere un edificio in costruzione da qualcosa che era andato in rovina.
La Luna come discarica, come accumulo dello scarto, del superfluo, come l’aveva immaginata con la sua potente fantasia Ludovico Ariosto nell’Orlando Furioso, raccontando il viaggio di Astolfo sul nostro satellite.
La scrittrice nel suo romanzo, Missitalia, viaggia nei secoli, analizzando le mentalità, i gusti, le paure, i rapporti di amicizia e d’amore, la solitudine, la morte, la “fine” che verrà bandita come parola proibita, attraverso le voci di tre donne speciali, tre A maiuscole, tre complicate e sofferenti eroine immerse in un Sud, quello della Basilicata, che diventa nella narrazione epica di Claudia Durastanti una sorta di ombelico del mondo, da dove parte la condizione di un’umanità che sembra andare verso una distruzione quasi certa, verso la fine della Storia.
Missitalia
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