Morfologia del rimpianto di Italo Inglese

Le narrazioni scritte sul filo della memoria, le incursioni negli anni dell’adolescenza e della giovinezza, sono spesso caratterizzate da un forte sentimento di nostalgia e di pessimismo. Tuttavia, nelle pagine di questo libro, Morfologia del rimpianto di Italo Inglese, uscito la prima volta nel 2001 ed oggi rieditato da Tabula Fati in una versione ampiamente riveduta e arricchita, non c’è un atteggiamento di passiva rassegnazione, ma la suggestiva ricostruzione di un passato attraverso un itinerario formato da tre separati diversi momenti: La casa vivente, In memory of the swinging years, Fratelli cristiani.

Il primo, “La casa vivente”, è un testo scritto da Italo Inglese per elaborare il lutto della perdita della sua dimora estiva, situata a Tortoreto Lido, testimone di brani di vita più o meno memorabili ma pur sempre vissuti con intensità e con la consapevolezza di vivere nel presente quelle che sarebbero state le nostalgie dell’autore, insomma la terribile percezione del fluire del tempo. La casa ovviamente esiste tuttora ma non ha nulla a che spartire con quella che continua a vivere nei pensieri del creatore del brano.
La seconda parte, “In memory of the swinging years”, è dedicata agli anni d’oro della grande musica beat e rock, la vera protagonista degli anni Sessanta e Settanta, che ha rispecchiato più di ogni altra arte lo spirito del tempo e i suoi tumultuosi cambiamenti sociali.

Gli anni Sessanta hanno visto l’affermazione dei teenager, una parte cospicua della popolazione dell’epoca, che aveva soldi da spendere ed era alla ricerca di un veicolo di affermazione identitaria. A dargli una mano in tale direzione ci ha pensato la radio a transistor che, dopo aver liberato l’ascolto dalla tutela dei genitori, gli ha permesso di sentire la musica di loro gradimento nelle strade e nei luoghi dove si riunivano.
In questa parte del libro sono stati selezionati e commentati ventidue dischi, scelti dall’autore del testo in base ai suoi gusti personali tra quelli che ha ritenuto essere i più rappresentativi del periodo temporale preso in esame: 1963-1975.
Un’antologia composta scegliendo i dischi e citando cantanti e gruppi che, indipendentemente dalla loro qualità musicale, riflettevano gli stati d’animo e la psicologia della generazione dell’epoca e hanno offerto a quella generazione sogni, malinconie ed entusiasmi.
Sono presenti dischi dei Rolling Stones, Bob Dylan, Doors, Led Zeppelin ma in questa parte del testo ai Beatles è attribuito un ruolo centrale, considerati da Italo Inglese il fenomeno musicale sociale culturale più sorprendente della seconda metà del Novecento. Tra i pochissimi italiani presenti c’è Fabrizio De André, perché l’autore ritiene che gli artisti nostrani, salvo eccezioni, abbiano costruito il proprio successo imitando modelli americani e britannici.

Il terzo capitolo del libro, “Fratelli cristiani”, parla della scuola maschile in cui dal 1961 al 1974 Italo inglese ha compiuto gli studi dalla prima elementare alla maturità classica, l’istituto Marcantonio Colonna con sede in Roma nell’omonima via, appartenente fino al 1997 alla congregazione cattolica irlandese del Christian Brothers.
Legati a un passato non più recuperabile, i ricordi possono tornare a vivere soltanto nella sua immaginazione e quando riaffiorano gli provocano una comprensibile quanto disperata malinconia. Ricordi che non si riferiscono tanto alla qualità dell’insegnamento ricevuto quanto alla classe dove ha svolto i propri studi, una classe davvero particolare, formata ragazzi che provenivano da diverse fasce sociali e professionali, una caratteristica dell’Istituto che lo distingueva da altri istituti privati, invece frequentati da figli di papà, spesso dei parvenu pieni alterigia.
Insomma, una scuola dove ha imparato codici di comportamento sportivi come il fair play e un intransigente rispetto delle regole che ben si adattavano alla vita di tutti i giorni, una visione del mondo che oggi forse risulta anacronistica rispetto alla spregiudicatezza dilagante.
E ora che l’Istituto non esiste più questi ricordi assieme agli altri raccontati nel libro forniscono all’autore quella forza necessaria per vivere e agire in un presente profondamente diverso da quello in cui è nato e cresciuto.