Nandèra. Il ragazzo della profezia di Pierluigi Cuccitto

Come in tutte le terre di una volta, nelle sue acque, sotto le radici degli alberi e nel cielo stellato, scorreva la magia, che dava senso a tutte le cose.

La descrizione del mondo letterario e rarefatto di Nandèra, dove le distanze si misurano in giorni di cammino, dove ciascun abitante possiede un po’ di magia e dove non ci sono elfi e draghi, corrisponde ad una scelta di campo molto precisa. L’ambito immaginifico e di genere fantasy entro cui Pierluigi Cuccitto si vuole collocare, si determina sin dal titolo del romanzo Nandèra. Il ragazzo della profezia (Apollo Edizioni, 2019), ma come non sfugge al lettore, la scelta, già dopo le prime pagine, è funzionale alla narrazione di una complessa metafora.
Si esce così, in modo molto chiaro, dalla banalizzazione del genere, il quale consente allo scrittore, in via teorica, di poter immaginare qualsiasi cosa senza doverne rendere conto. Ed è qui che consiste la differenza tra la letteratura che non vuole pensieri e quella che invece tenta di lasciare un messaggio, che nel caso di Nandèra somiglia ad un sasso che cade in uno stagno.

A Bendelar tutto doveva essere rapido, preciso... ed Efficiente.

Il tema principale, trattato attraverso una tematica di contrasto, comprende parole-chiave come efficienza, rapidità, viaggio, che si confrontano e oppongono a profezia, speranza, lentezza.

La Profezia parla del luogo dove la guerra e la pace si stringono la mano. Quello è il posto dove si può trovare scampo alla follia dell’Efficienza.

Probabilmente la metafora del romanzo e la critica implicita ad un certo modo di vivere che ci coinvolge tutti, risiede tutta qui, ma non è davvero poca cosa. “Il mio nome è Joan e ho un compito che mi è stato affidato da Borèo, il Signore del Castello d’Ocra.” Il protagonista è un ragazzo di nome Joan il quale è ritenuto del mago Borèo destinatario di una profezia. Diventerà suo erede dopo che avrà affrontato un viaggio e compiuto una difficile missione.

Hai un anno di tempo per compiere sette Imprese, e dovrai vagare per molti territori di Nandèra, con uno scopo ben preciso: portarmi i sette Animali Parlanti.

Il libro è un tentativo, un esperimento difficile che gli amanti del genere non possono non apprezzare, ma nel quale qualunque lettore potrà verificare l’impianto generale costruito con intelligenza.

"Ora la via è tracciata” disse, e si incamminò lentamente verso Sud.