Nei giardini segreti. Una passeggiata botanica fra le opere della galleria borghese
- Autore: Valentina Lapierre, Gioia Marchegiani
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Nei giardini segreti. Una passeggiata botanica fra le opere della Galleria Borghese (Topipittori 2024, Collana PIPPo, illustrazioni di Gioia Marchegiani) della storica dell’arte Valentina Lapierre, è un pregevole albo, nato in collaborazione con i Servizi educativi di Galleria Borghese, che indaga lo stretto legame che unisce l’impareggiabile museo e i giardini che lo circondano.
Lettura ideale da condividere tra padri e figli, passeggiando nel cuore del parco più bello del mondo, celebrando la Festa del papà.
Il protagonista di questa storia è Scipione Borghese, uno degli uomini più potenti a Roma in quel tempo. Ebbene: Scipione decise di costruire una villa appena fuori le mura della città (le Mura Aureliane, che ancora oggi circondano il centro di Roma), immersa nel verde e all’interno di un grande parco, con giardini segreti e freschi boschetti, vialetti alberati e fontane zampillanti, esotiche uccelliere e rumorosi gallinai.
La Villa venne subito destinata a ricevere con sfarzo gli ospiti di Scipione, teste coronate e ambasciatori, che venivano da ogni dove, e soprattutto a raccogliere, e a mostrare con orgoglio, la straordinaria collezione, che il cardinale stava mettendo insieme, e che conteneva preziosi dipinti, eccezionali statue antiche e stupefacenti sculture realizzate dagli artisti suoi contemporanei, opere oggi ancora per la maggior parte presenti nella Villa stessa.
“Una delle cose che amava di più era contemplare la natura, tanto da raccogliere gli esemplari più rari di piante e animali provenienti da ogni parte del mondo”.
Il giardino, che si trova a destra della facciata della Villa, si chiama “Giardino dei Melangoli”, dal nome del centinaio di piante di arance amare, che vi erano coltivate insieme a molte altre varietà di agrumi. Questo giardino e quello sul lato opposto, detto “dei Fiori”, comunicavano con le sale al piano terreno della Galleria, diventando lo sfondo naturale per le sculture conservate al chiuso e all’aperto. Il “Giardino dei Fiori” o “Giardino delle Cipolle” si trova più precisamente tra l’Uccelliera e la Villa, vi erano coltivati gli esemplari più rari delle piante da bulbo. Tulipani, giacinti, narcisi, giunchiglie e anemoni ornavano aiuole quadrate delimitate da bassi cespugli di bosso o mirto. Alla fine del Seicento, il Gallinario, lo spazio confinante con l’Uccelliera in cui venivano allevate le galline e gli altri uccelli destinati a essere cucinati, fu trasformato nel “Giardino della Meridiana”.
I giardini, posti ai due lati della facciata, sono spazi di dimensioni contenute in comunicazione con la Villa, simili ai giardini chiusi medievali e quattrocenteschi (Hortus conclusus) e ai successivi Horti coronari, giardini in cui si coltivavano i fiori per farne grandi mazzi, ghirlande, festoni e corone.
Nella ricerca di piante e fiori fra le inestimabili opere della Galleria Borghese prendiamo in esame “Amor sacro e Amor profano” (1515 circa) uno dei capolavori di Tiziano, uno dei più importanti innovatori della scuola pittorica veneziana e di tutto il Cinquecento.
Questo mirabile dipinto è talmente complesso che gli studiosi non sono ancora riusciti a comprenderne tutti i significati nascosti. Probabilmente fu eseguito in occasione di un matrimonio. Infatti sul fronte del sarcofago, che serve da fontana, e alla base del bacile d’argento compaiono gli stemmi di due famiglie: gli Aurelio e i Bagarotto.
Secondo l’interpretazione più condivisa, raffigura le qualità della sposa perfetta nella vita pubblica e privata. Un putto alato mescola le acque della fontana, che più in basso fluiscono da un cannello e bagnano una pianta di rose, che cresce rigogliosa, piena di boccioli ancora chiusi; quelli fioriti, invece, sono a terra, recisi, ai piedi della pianta, o sul bordo della vasca. La giovane vestita sontuosamente porta tra i capelli una coroncina di mirto, simbolo di amore eterno, e tiene la mano destra sui fiori recisi, come se per una qualche ragione avesse dovuto interrompere quello che stava facendo.
Ricordiamo che la rosa canina è la rosa selvatica comune. È un arbusto legnoso, fatto a cespuglio, alto da 1 a 3 metri, che tende ad arrampicarsi sulle piante circostanti. Ha rami pendenti cosparsi di robuste spine. I fiori, solitari o in gruppi di 2-3, sono delicatamente profumati. Le foglie di un verde tenero sono ovali, dentellate ai margini. Si chiama Rosa canina perché anticamente si utilizzava la sua radice per curare la rabbia che colpiva i cani. Fin dall’antichità è stato il fiore sacro a Venere e per questo simboleggia prevalentemente l’Amore.
Un albo ricco di storia, curiosità e bellezza dove le due brave autrici esaminano le particolarità botaniche, le piante, gli alberi, i fiori e i frutti, narrati dal punto di vista naturalistico e simbolico, donando ai lettori una conoscenza che spazia fra arte e natura.
Sono i bambini i principali destinatari dell’appassionante testo. Sono loro gli adulti di domani, che presto devono imparare a saper apprezzare il Bello e l’ambiente per poi poterli tutelare. Certamente le opere d’arte conservate nei musei e in particolare nella Galleria Borghese, possono aiutarci a osservare fiori, piante e alberi rappresentati con grande precisione dagli artisti dei secoli passati.
Scipione fece una cosa eccezionale per i suoi tempi; volle che parte del suo enorme parco fosse aperta al pubblico, perché tutti potessero godere delle sue bellezze. In cambio chiedeva solo rispetto e gentilezza.
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