Neve a primavera di Sarah Jio

“Uno spiffero gelido s’infilò attraverso le assi del pavimento, facendomi rabbrividire, e mi strinsi addosso il maglione di lana grigio.”

Seattle, Stato di Washington (USA), 2 maggio 1933. Vera Ray osservava fuori dalla piccola finestra della sua misera abitazione, al secondo piano di un palazzetto al 4395 della Fifth Avenue, il mulinare di germogli rosa pallido causati dal vento furioso che spogliava i rami del vecchio ciliegio.

“Mamma?”

La voce di suo figlio Daniel di tre anni dal viso bellissimo “incorniciato di boccoli biondi e morbidi come quello di un angioletto” impreziosito da due splendidi occhi azzurri aveva catturato l’attenzione di Vera. Era arrivato per la donna il momento di andare a lavorare anche in una notte tempestosa come quella, infatti Vera era costretta a lasciare a casa solo Daniel in compagnia dell’orsetto Max. La giovane faceva la cameriera presso l’Hotel Olympic, proprio lo stesso albergo nel quale Vera aveva conosciuto il padre di suo figlio. Durante “una notte ormai lontana” all’Olympic quando Vera era stata un’ospite e non una cameriera in divisa nera e grembiule bianco, Charles le aveva regalato un bracciale d’oro sul quale erano incastonati “tre deliziosi zaffiri”. Quando la mattina dopo all’alba Vera era tornata a casa, in una Seattle imbiancata da una nevicata fuori stagione, non aveva più trovato suo figlio addormentato nel suo lettino.

“Daniel ha solo tre anni, non sarebbe mai scappato da casa. Lo hanno portato via, ne sono sicura.”

Seattle, 2 maggio 2010. Claire Aldridge Kensington si era appena svegliata preda di una fitta lacerante. Era tornato quel dolore fantasma, come lo aveva chiamato la Dottoressa Jensen “una sorta di memoria cellulare del trauma”. Faceva freddo all’interno dell’abitazione, “un castello in mezzo al cielo”, situata al quattordicesimo piano, mentre fuori il vento scaricava la sua furia. Una bufera di neve, un evento inusuale per quel periodo dell’anno stava trasformando la città. Non era la prima volta che un evento così straordinario accadeva a Seattle. In quello stesso giorno, quasi ottant’anni prima “un’identica, fortissima bufera di neve aveva paralizzato la città”. I meteorologi chiamano la neve a primavera Blackberry Winter, l’inverno delle more. Claire giornalista del Seattle Herald era stata incaricata di scrivere un articolo su questa ondata di freddo fuori stagione.

“Se non altro avremo un titolo spettacolare.”

L’intuito della redattrice aveva fatto scoprire a Claire un vecchio fascicolo nell’archivio della polizia. Proprio in quel giorno particolare una donna di nome Vera Ray aveva denunciato la scomparsa del figlio Daniel di soli 3 anni. C’era qualcosa nella triste vicenda di Vera e Danny che aveva colpito il cuore di Claire, determinata a scoprire quasi un secolo dopo che fine avesse fatto un bambino misteriosamente scomparso durante una nevicata fuori stagione.

“Claire aveva trovato la sua storia da scrivere.”

Neve a primavera (titolo originale del volume Blackberry Winter) è il secondo romanzo di Sara Jio, scrittrice sensibile nata a Seattle, reduce dal successo del bestseller Il diario di velluto cremisi.

Due donne, due storie diverse eppure simili, lo stesso strazio infinito: la perdita del proprio figlio. Ciascuno di noi risponde in modo diverso ai traumi e agli eventi dolorosi, Vera è dolorosamente consapevole di ogni secondo che passa lontano da Daniel, Claire incolpa se stessa e facendo ciò allontana da sé suo marito Ethan, appartenente a una delle più antiche famiglie di Seattle.

“Non permetterò che il mondo si dimentichi di te, Vera Ray.”

A mano a mano che si avvicina alla soluzione del rebus, Claire si trova doppiamente coinvolta.

“È destino che i segreti vengano a galla, prima o poi. A costo di metterci una vita.”

Storia e mistero, scandali e passione, amore e sacrificio, sono questi gli ingredienti che fanno di questo libro una lettura che non si dimentica facilmente.

“Neve a primavera: una bufera fuori stagione riporta alla luce la storia di un bambino scomparso nel 1933.”