Non ora, non qui di Erri De Luca

Un’appassionata dichiarazione d’amore per una madre ora vecchia, ora bambina, di cui si percepisce l’assenza nella disperata ed invocata necessità della sua presenza.
Una donna non descritta, ma suggerita con tratto lieve, in punta di piedi come per non profanarne il mondo e l’essenza.

Un percorso temporale paradossalmente senza tempo, in cui i ricordi non sono mai solo ricordi, ma vita e ferite aperte. Come la morte di un amico, perso in un attimo, un momento di distrazione, in cui la morte, come un ladro scaltro, porta via le speranze della giovinezza, i sogni riposti in un futuro che non ci sarà mai.

Sullo sfondo e non solo, una terra ed un tempo pieni di contraddizioni, eppure estremamente amati. Peculiarità raccontate con la meraviglia dell’osservatore pieno di rispetto che non rimane ai margini del quadro, ma si immerge nella storia impastandola con i suoi nervi, il suo sangue, la sua pelle.

In questo racconto che avanza e ritorna indietro, come un moto continuo di marea, i confini genitoriali si stemperano nella necessità di fondere due vite che hanno un senso solo se legate dai fili invisibili dell’affetto.
E in mezzo tutta un’esistenza, anzi due, che si snodano parallele e non combaciano in nessun punto, ma sono irrimediabilmente una cosa sola.