La faccia delle nuvole
- Autore: Erri De Luca
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2016
Ne “La faccia delle nuvole” Erri De Luca stravolge gli schemi classici della narrativa per far posto a una tipologia descrittiva abbastanza insolita, che coniuga il modulo della commedia con quello della saggistica, con appendice esplicativa finale. Il tutto per esporre una riflessione originale o forse, sarebbe meglio dire, un’esegesi bella e buona su una faccenda di natura teologica.
Si tratta di una storia evangelica arcinota, relativa alla vita terrena di Gesù, dalla sua nascita fino alla morte sul Golgota. Erri De Luca ha una profonda padronanza dell’argomento e si trova a suo agio all’interno dei contenuti biblici. Iosèf/Giuseppe, tanto per cominciare, vuol dire “colui che aggiunge” con riferimento alla storia di Giacobbe e Rachele, ma prima di cedere all’idea che si tratti del semplice ampliamento di un dizionario biblico, ci accorgiamo che in realtà l’Autore ci sta trasportando su un’esegesi tutt’altro che banale: non è più il fatto storico-spirituale in sé per sé, che pure rimane stagliato sullo sfondo in tutta la sua imponenza, ma è l’immedesimarsi nei personaggi quello che conta, l’identificazione nell’altro, una specie di conditio sine qua non per la comprensione degli aspetti umani più reconditi. Forse sta qui il senso della mutevole ‘faccia delle nuvole’, cioè del fatto che si è destinati a cambiare, proprio in virtù della capacità di identificarsi nell’altro e quindi essere l’altro. Ma la rassomiglianza non fa l’appartenenza, ci vuole un cambiamento radicale in quanto
“esistono energie che trasformano dall’interno una persona”.
L’Autore costruisce preziose riflessioni guardando ai protagonisti della storia come guardando a noi stessi. I personaggi in scena sono diversi: c’è il Narratore, Iosèf/Giuseppe, Miriàm/Maria, i Pastori, i tre Magi, Simone e i Doganieri. Tutti sono al servizio di una singolare esegesi che a volte ci fa sorridere, come quando osserviamo i Pastori esprimersi in napoletano, ma nello stesso tempo riusciamo anche a riflettere. C’è da riflettere sulla condizione del ‘meridionale’ ebreo Iosèf di Betlemme come sulla condizione del profugo: si è addirittura costretti a ragionare su una specie di condizione di profugo al contrario quando il Narratore, quasi ironizzando, accenna all’accoglienza concessa anche a visi pallidi e biondi.
A farla da padrone sono i temi della solidarietà, dell’umiltà e dell’accoglienza, del rispetto della condizione altrui. Non mancano affondi esegetici d’alta teologia nell’esame della vita terrena di Cristo, da quando si parla del suo ingresso a Gerusalemme sull’asina bianca, cavalcatura dei re, a quando si analizza il contenuto del Sermone sul monte o quando si rilevano espressioni rappresentative dell’ideologia cristiana:
“La volontà di Gesù è di fare senza il potere, niente partito, niente setta… Spesso dorme all’aperto, fuori dai villaggi, è ovunque un ospite… Il suo cammino incontra spine anche prima dell’ultima Pasqua”.
Si percepisce così la capacità dell’Autore di coniugare sapientemente il messaggio messianico con quello sociale, morale, spirituale e, in ultima analisi, profondamente umano che fluisce da tutto il racconto. Questo non fa che giovare alla letteratura oltre che all’etica e alla poetica intrinseca che emerge dal libro.
La faccia delle nuvole
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