Nuddu di Pietro Orsatti

Pietro Orsatti è scrittore affermato ed esperto frequentatore nel giornalismo d’inchiesta su pagine oscure e misteri insoluti della realtà italiana, già autore di pregevoli lavori di cui in ultimo si ricorda “Il bandito della guerra fredda” e “In morte di don Masino” (pubblicato da Imprimatur editore nel 2016 in ristampa), dove si ritrova il cronista Francesco Felice con le sue indagini. L’autore riesce a sorprendere sempre con lo stile asciutto e pungente della sua narrazione, affrontando sempre temi di grande interesse e di attualità. In questa sua ultima opera, "Nuddu", sotto forma di romanzo, racconta le vicende private e professionali di Francesco Felice che si intrecciano in simultanea con la narrazione.

L’azione avviene nel corso di un apparente semplice inchiesta, un caso di ordinaria routine. Si affastellano nella mente del cronista ipotesi diverse riconducibili ad eventi di un passato recente. Dialoghi serrati scandiscono il passare del tempo con personaggi ben caratterizzati. Un pertinente ed originale esergo di rinomati testi musicali in sintonia con quanto narrato, scandisce il succedersi di ognuno dei capitoli del romanzo che trova nella libertà di questa forma letteraria, la possibilità di raccontare una storia se non vera, plausibile, di questo Paese.
Riecheggiano nelle vicende del cronista, le tematiche preferite e di elezione di Pietro Orsatti ed è forte ed incisiva l’introspezione psicologica del protagonista che narra in prima persona gli eventi nel suo susseguirsi incessante tenendo sempre tesa l’attenzione del lettore. Ci si immerge in atmosfere caratteristiche delle inchieste i cui risvolti sono inquietanti ed in cui le apparenze distolgono dalla verità dei fatti. I pensieri del cronista si intervallano, allo scorrere degli eventi, facendoci immedesimare nel suo essere e nel suo sentire. Un improbabile suicidio che riguarda un alto ufficiale dell’Arma già di stanza a Palermo, muove la curiosità del nostro ad indagare con maggiore attenzione . Non è il primo caso sospetto ma questa volta non lo si vuole chiudere in fretta senza comprendere. Troppo inverosimile appare la ricostruzione della crime scene.

Un gruppo di uomini si erano occupati per anni di politica. Delle relazioni fra politici, magistrati e poteri. Massonici, criminali. Strutturali.

Un narrato con un “montaggio” alternato tra presente e passato, tiene il lettore legato al testo che rimanda a vicende oscure, passaggi insoluti tra le pieghe della Storia d’Italia in cui sovente il colpevole è ancora da individuare. Misteri irrisolti ed inchieste frettolosamente archiviate nonostante palesi incongruenze caratterizzano il susseguirsi di eventi rubricati suicidi nonostante scenari assolutamente non credibili. Una sapiente mistura di indagine di cronaca e storia personale che appare inesorabilmente condizionarsi l’un l’altra. Coinvolgimenti di personaggi interni agli apparati e/o semplice manovalanza. Cerchi di persone che si sfiorano e sovente si toccano, si sovrappongono, si incrociano. Una “banda di servitori infedeli dello Stato” viene così denominata.
Una sensazione di solitudine pervade l’animo del cronista. Messaggi, coincidenze, eventi apparentemente accidentali che suonano come garbati inviti a non proseguire nelle indagini ma che invece spronano ancor di più nella ricerca della verità mettendo a rischio l’incolumità personale e la stessa vita del cronista. Un romanzo, una storia, un’invenzione letteraria, ma che si legge d’un fiato come un fatto di cronaca che ha il gusto ed il sapore del reportage non perdendo mai di vista l’umanità dell’individuo nel suo essere con i suoi sentimenti, le sue paure e le sue fragilità.

C’è un luogo che popola i nostri incubi. Sempre. Un posto che non riusciamo mai a definire con chiarezza. Ma c’è, è lì. Ti aspetta, quieto, quando la stanchezza ti costringe a chiudere gli occhi.