Occhi di cielo. Il diavolo in bottiglia
- Autore: Moreno Burattini, Lola Airaghi
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
È un fascicoletto. Elegante, patinato, ma di appena 24 pagine (a colori). A leggerlo con un certa calma ci metti sì e no un quarto d’ora. Se lo segnalo è perché si tratta di un numero zero: contiene la ristampa delle prime 12 tavole de Il diavolo in bottiglia, western-erotico d’autore sceneggiato da Moreno Burattini (Zagor) e illustrato da Lola Airaghi. Era un fumetto andato perduto (i suoi primi passi risalgono al 2004, su Dime Press), dal futuro reso ora possibile da Cut-Up Publishing che ne ha (ri)benedetto l’imprimatur (2019). Dentro vi si narrano le gesta di un’indianina (per dirla con le parole di Moreno Burattini) della tribù Chippewa, tanto sexy quanto spigliata nei modi: una proto (o vetero, fate voi) femminista dagli occhi azzurri (perciò si chiama Occhi di cielo, scopriremo che è meticcia) abile nel curare con le erbe come nello spezzare il cuore dei bacchettoni bianchi che dovessero capitargli a tiro. Si suppone.
Ne Il diavolo in bottiglia, si imbatte nella squaw una specie di bamboccione (si direbbe oggi) che lo zio prete ha mandato in missione vendicativa contro gli indiani. A un satanasso di novantesima categoria (sic!) che il bellimbusto si trascina appresso dentro una bottiglia (Stevenson docet), spetta infatti il compito di seminare terrore e stridor di denti fra i poveri nativi.
Come proverbio vuole, il diavolo fa però le pentole ma non i coperchi (figurarsi poi un diavolo di novantanovesima categoria!) e già in questo primo episodio la copula consumata tra la bellissima squaw e il nipote del prete, parrebbe mandare a monte tutti i piani. Chissà. Sul resto della storia si esprimerà il futuro, per ora c’è di certo che in questo prequel si gettano le basi per un nuovo personaggio (Occhi di cielo), che forte del taglio ironico-avventuroso impresso da Moreno Burattini e del tratto erotico delle matite e degli acquerelli di Lola Airaghi potrebbe farcene vedere delle belle (in ogni senso).
“Lola e io ci siamo trovati d’accordo anche nel non fare, assolutamente, del nostro racconto, un qualcosa di etichettabile come “erotico” tout court, ma di costruire un mix fra western, magia, umorismo ed erotismo. Un equilibrio delicato da raggiungere. Che, se qualcuno ha apprezzato e apprezzerà, è e sarà soprattutto per le bellissime tavole di Lola”.
Così scrive lo sceneggiatore, a pagina 5 della sua introduzione. Anarcoide e gentiluomo come il suo Zagor, niente da dire.
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