Ogni spazio felice di Alberto Schiavone

“Deve esserci da qualche parte del cervello una zona infingarda e accondiscendente che impedisce ogni reazione, in favore della continuità”

Ada e Amedeo sono sposati da oltre vent’anni, hanno avuto una vita serena, hanno due figli, Sonia e Alex. Ma il meccanismo di questa famiglia si rompe. Ada, una professoressa stimata, una moglie attenta, una madre premurosa, non riesce a superare un gravissimo colpo e si rifugia nell’alcol. Amedeo la ama ancora ma non riesce a infrangere la barriera di dolore che si è alzata tra loro. Hanno chiuso fuori il mondo, gli amici, la vita. Solo Sonia, la figlia, riesce a regalare ai genitori ancora qualche momento di normalità. Questo fragile equilibrio è però destinato a subire un nuovo assalto dalla sorte: Sonia è incinta, ed è stata abbandonata dal padre del bambino. A questo punto il corpo già debole di Ada cede. Ma proprio quando tutto sembra perduto si affaccia un’occasione di riscatto. Ada trova la forza di reagire, forse come non le succedeva da tempo, e questa volta vuole combattere per salvare la sua famiglia.

Alberto Schiavone ritorna in libreria con un romanzo che scava in maniera intima e psicologica le relazioni umane, in particolar modo, quelle famigliari. “Ogni spazio felice” (Guanda, 2017) è ambientato a Milano in una settimana, una delle tanti appartenenti a questi ultimi anni. Ada, ex professoressa di liceo, depressa, trascorre le sue giornate fumando e bevendo; Amedeo, suo marito, vigile in pensione, cerca invano di risvegliarla da quel sopore, di fatto, si rifugia in storie reali solo nella sua mente; Alex, il figlio, morto in un incidente stradale, è la causa scatenante del loro incolmabile dolore; Sonia, la figlia, un giorno, porta una notizia senza dubbio sconvolgente, è incinta di un extracomunitario latitante che l’ha abbandonata; Carlo, un ex alunno di Ada, prova per lei un profondo affetto e pur scoprendo che è ormai un’ alcolizzata, anziché fuggire, torna a farle visita nel suo appartamento.

Accolto dalla critica in maniera molto positiva, l’ultimo romanzo di Alberto Schiavone ci fa toccare con mano una quotidianità dura costruita, per una serie di vicende dolorose, sulla reclusione, la trasandatezza, l’infelicità. Solo l’arrivo di una nuova vita e la scoperta che esistono situazioni peggiori - la Milano delle periferie degli immigranti, la scomparsa di un bambino, rapito e ritrovato morto - spinge Amedeo a capire la figlia e ad indagare sulla vita di quel bambino e Ada ad accettare e accogliere la sua gravidanza come la speranza per il futuro della loro famiglia. “Ogni spazio felice” è uno spaccato intenso che indaga in maniera concreta la depressione e la solitudine dei nostri tempi.

“Ada è tutto quello che ha - argomenta Amedeo - e tutto quello che non è Ada è arrivato attraverso la vita insieme con lei. Non c’è modo da adulti, ancora di più da vecchi, di ignorare il fatto che ciò che succede e il posto dove siamo è esattamente parte del segmento di vita che ci è concesso”.