Pepper Blues di Patrizia Anselmo

Senza altra famiglia che un nonno irresponsabile che lo lascia a trent’anni senza casa e con settantamila euro in una valigia, il protagonista di questo romanzo inizia un viaggio alla ricerca di una dimora e una nuova vita da abitare.
Nulla di strano se non fosse che il protagonista, che per tutto il tempo sembra non avere un nome proprio, non è un uomo normale. Probabilmente affetto da un ritardo intellettivo Bobi, così come lo chiamerà Virgo, la ragazza che lo rimorchia, ha l’ingenuità e la bontà di un bambino di dieci anni.
Virgo non è proprio una stinco di santo, in fuga da un capo che ha appena truffato vive di espedienti e ha tre amiche decisamente sopra le righe. Una fuga da chi la cattiveria ce l’ha nell’animo, un viaggio dove le persone incontrate non sono mai disinteressate e dove comunque l’amicizia – anche se fuori dalle regole – sembra avere un suo valore; una vaga e trasgressiva aria di libertà si respira attraverso le nuove sensazioni provate dal protagonista: in realtà è la sua prima vera esperienza di vita, il suo primo amore. E in quella avventura lui non fa che dimostrare la sua semplice logica, una profonda lealtà e un incosciente coraggio, proprio come farebbe un bambino.

Originale nella trama ma soprattutto nello stile, Patrizia Anselmo possiede una modalità di scrittura fuori dal comune, ti infila in storie maledette ai margini della società (il parallelo va istintivamente ad Ammaniti) tanto da soffrirne.
La trama è ridotta al minimo da una serie di dialoghi che hanno la capacità di farti sentire uno dei personaggi, quello che in silenzio osserva e ascolta sperando almeno nel lieto fine. È, infatti, attraverso i dialoghi continui a cui un ritmo elevato aggiunge quel sotterraneo senso d’inquietudine che si snodano le trame dei libri della brava autrice.

Pepper Blues (Leucotea, 2015) è una storia feroce, proprio come lo sono certe realtà, dove la speranza di una qualche rivalsa non ti abbandona fino alla fine, perché quando nella crudezza della vita sono gli innocenti a farne le spese si viene toccati nel profondo, nell’innocenza che ognuno di noi porta dentro di sé.