Per Cristo e Venezia
- Autore: Sibyl von der Schulenburg
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Nel nome dell’antenato che tre secoli fa, con soli 3mila uomini, respinse alle porte dell’Adriatico un’armata navale turca forte di 40mila guerrieri. La vittoria del feldmaresciallo Matthias von der Schulenburg, al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia nel 1716, è celebrata da una discendente nel romanzo “Per Cristo e Venezia”, edito da il Prato publishing house di Saonara-Padova nel 2016 (335 pagine, 25 euro), a firma di Sibyl von der Schulenburg, omaggio all’impresa del remoto antenato e alla memoria del padre, il letterato e diplomatico tedesco antinazista Werner, morto nel 1958 quando la figlia minore aveva solo quattro anni.
Cresciuta in Svizzera con la madre - a sua volta scrittrice - padroneggia tanto la lingua germanica che l’italiano, in modo ottimale, come ha dimostrato nella sua produzione narrativa, un ventaglio di originali “psico-romanzi” dai quali si differenzia questo titolo di contenuto storico avventuroso epico, che riprende le vicende dell’avo, raccontate già dal padre nel 1950, in “Der koenig von Korfù”, “Il re di Corfù”.
Volendo rispettare il lavoro paterno, il progetto iniziale di Sibyl si limitava alla semplice traduzione ai fini di un riordino, nel trecentesimo anniversario del successo del feldmaresciallo.
Tuttavia, certe criticità del testo tedesco hanno suggerito una riscrittura originale della storia, sebbene la figlia si sia pur sempre sforzata di sviluppare il testo rispettando la “teatralità” con cui Werner aveva voluto narrare le vicende di un protagonista tanto importante della loro famiglia.
È nato così questo romanzo eccellente, molto ben scritto, di livello superiore. Una bella storia d’avventura, di amori, di fedeltà e infedeltà, di scontri epici. E tutto impaginato in un volume che nelle librerie non si fa notare solo per il cognome dell’autrice identico a quello del protagonista di tre secoli prima, ma spicca per le due fascette che circondano la copertina, a segnalare i primati di questo romanzo, vincitore del premio internazionale Mario Luzi 2014-15 e del premio Lupicaia Vini del Terriccio, oltre al Franz Kafka 2016.
E proprio nel 2016 è ricorso il terzo centenario dalla vittoriosa resistenza dell’isola ionica di Corfù, assediata dai turchi e difesa dalle truppe della Serenissima. Il merito della prevalenza delle armi cristiane venne attribuito al valore del comandante cristiano, il cinquantacinquenne Johann Matthias conte von der Schulenburg, condottiero e riformatore militare. L’impero ottomano stava scatenando una nuova offensiva contro l’Europa cristiana, tornando in Ungheria e puntando ancora verso Vienna, dov’era stato pesantemente sconfitto nel 1683.
In terra magiara, le forze al comando del principe Eugenio di Savoia avrebbero potuto fermare ancora una volta l’avanzata della mezzaluna, ma solo se fosse rimasta ben chiusa la porta dell’Adriatico, dalla quale i turchi avrebbero potuto risalire fino a Venezia e minacciare Roma o anche la Germania. Il baluardo era l’isola di Corfù, chiave della difesa dell’Europa nel bacino marittimo, dove qualche decennio prima il doge Morosini aveva stabilito un presidio della repubblica di San Marco.
Il romanzo si apre con l’arrivo da Schulenburg della nipote di Morosini, la contessa Mocenigo, un tempo amante di Matthias, inviata dal Savoia ad informarlo che gli viene offerto l’incarico di andare a comandare la piazzaforte di Corfù, per difendere il fianco destro scoperto dello schieramento terrestre. Se l’isola greca dovesse cadere, nessuno potrebbe arrestare l’invasione ottomana del mondo cristiano.
Il conte tedesco, che considera i veneziani “buoni a fare solo grandi carnevalate”, sa bene che la fortezza di Corfù, una volta famosa, ora è solo un mucchio di pietre, “da farci pascolare le capre”. Neppure un dio della guerra potrebbe tenerla per più di otto giorni, obietta, ma qualcuno accanto a lui lo spinge ad accettare, insiste che al momento se qualcuno in grado di salvare la Cristianità è solo lui, Matthias. L’interlocutore tanto convinto e convincente è il filosofo Leibnitz. Nel romanzo possiamo apprezzare la sua capacità superiore di ragionamento, venendo anche informati sulle stravaganze di carattere che lo rendono decisamente più umano, facendolo uscire dai libri di filosofia in cui è relegato.
Due donne incideranno sulle decisioni del conte. Alla contessa Mocenigo, si aggiunge Elena Pisani, figlia del comandante della flotta veneziana.
Sbarcando sull’isola, il condottiero potrà verificare che le difese sono in condizioni perfino peggiori di quello che temeva: sembra un vascello spinto da una tempesta sugli scogli e schiantato a lungo dai morosi. Oltre a fare il generale, dovrà essere ingegnere, architetto, artigliere e contare sul valore di uomini che non conosce.
L’Europa trema, von der Schulenburg non si dà per vinto.
Per Cristo e Venezia. Il Feldmaresciallo Matthias von der Schulenburg al servizio delle Serenessima
Amazon.it: 14,85 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Per Cristo e Venezia
Lascia il tuo commento