Pinoli
- Autore: Giancarlo Consonni
- Categoria: Poesia
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2021
Alla sua quarta prova nella collana di poesia dell’editore Einaudi, Giancarlo Consonni (Merate, 1943), professore emerito del Politecnico di Milano e urbanista, ribadisce con voce sicura benché sommessa la sua fede nella bellezza delle cose, dei visi, della natura in cui ci muoviamo tutti, troppo spesso disattenti e superficiali.
Lo fa scegliendo la forma breve e stilizzata del verso, un lessico semplificato fin quasi all’elementarità, l’abolizione di qualsiasi strategia metrica o sintattica. Racconta di insetti minuscoli, fiori campestri, fenomeni atmosferici lievi, privilegiando la leggerezza di temi e tonalità vicini alla sapienza meditativa degli antichi poeti orientali, con la grazia degli haiku, o dei mistici renani innamorati del silenzio divino:
“Qual è il peso di un bombo? / di un’ape? / di una farfalla? // Ogni fiore lo sa”, “Dolorano i rami / gonfi di gemme. / Premono / impazienti fanciulle”, “Intona il Gloria in excelsis / il papavero / e sale sommesso / il controcanto del fiordaliso. // Rosso, blu e giallo oro / non è il paradiso / è solo un campo di grano”, “Si fa ronzio / il dolce dell’uva”.
Pinoli, il poeta ha chiamato la sua raccolta: omaggio ai minuscoli semi, commestibili e proteici, che pur presentandosi umili, danno sapore ai cibi più ricchi. Mattino, aurora, alba, inizio del giorno, sole che sorge, bianco, luce, neve: è nel chiarore che si aprono i suoi occhi, al primo luminoso raggio che vince l’oscurità notturna, rimanendo clemente a intiepidire Les petites heures che attendono il risveglio del mondo. L’avvio quotidiano dell’esistenza è sempre augurale, e si ripete benevolo come una promessa:
“Sì / amo la colazione. / E non solo la prima: la seconda / la terza… // Vorrei che l’inizio del giorno / non finisse mai”.
Se è possibile un dialogo tra le creature, può avvenire solo con una presenza amata e gentile, il profilo di una lei appena accennato:
“Resistono / le parole tra noi / come le erbe errabonde / nelle insenature dei coppi”.
Eppure, anche in questa persistente ricerca di innocenza, gratuità e dolcezza si insinua discordante la presenza del male, nella sofferenza dell’umano e del non-umano:
“Parla per tutti / il ramo spezzato / dice delle vite incompiute, / le nostre”.
Morti sul lavoro, incidenti stradali, ragazzi di strada, fabbriche dismesse, giovani donne suicide nel fiume Adda, case di ringhiera di una Milano del dopoguerra, e la povertà degli ultimi…
Allora, forse solo il tacere - consolatorio come un gesto d’amore - offre uno scampolo di pietà al dolore immeritato:
“Porgere la parola / al silenzio / come all’amata / un fiore”.
Pinoli
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