Più di così si muore
- Autore: Sabina Macchiavelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2019
I luoghi sanno raccontare la storia, perché sono rimasti a guardare nelle anime di chi ha vissuto e ne hanno conservato il ricordo. È la trama di questo suggestivo romanzo; una trama complessa di relazioni tra luoghi e persone. "I luoghi mantengono la memoria", scrive l’autrice, "non si sa come accada, è un’impronta perpetua, della debole perpetuità di cui siamo fatti, impressa nella superficie delle cose."
La scrittrice Sabina Macchiavelli si occupa di cultura, pubblica racconti ed è una studiosa di docufiction radiofonica, per il quale ha ottenuto un dottorato presso l’University di Cardiff. Figlia d’arte, con il padre Loriano, coautore con Francesco Guccini di famosi gialli, ha pubblicato per Einaudi "E a chi resta, arrivederci". "Più di così si muore" è il suo primo romanzo.
La più bella casa colonica, quella dei Pascali, di Lieta di Bologna e di suo marito Geoffrey, di Cardiff, si trova sull’Appennino bolognese a nord delle valli, con i suoi intonaci rosa pallido, la pietra a vista, i tetti in cotto, i ciottoli levigati in cortile, i ciocchi di legna impilati, le aiuole intorno. Lo sguardo si perde nello spazio, nella profondità immobile dei boschi di acacie e castagni.
Siamo dentro ad un sortilegio…in un istante che non capiamo ci sembra che il paesaggio ci guardi.
"Le case contadine sono pietre di salute" e questa è una casa che meraviglia chi si ferma a guardarla: il prato, la collina di fronte, i boschi, la curva morbida del terreno che digrada. È come se un’energia dalle mura sfiorasse i viaggiatori, così al giovane Christophe che voleva vedere le trincee, i resti della decima Mountain Division lungo la linea gotica. Un incanto e una bellezza. Il tempo tra queste montagne emoziona e guarisce dall’illusione. È custode di memorie, di gioie improvvise, di passioni, di ripensamenti e di dolore.
"Più di così si muore" è un libro vivo, con le voci narranti di chi racconta gli altri e di chi racconta di sé; un insieme di una storia d’amore vissuta tra le montagne delle brigate partigiane, di luoghi che narrano le proprie origini e dell’imprevedibilità della vita. La struttura del romanzo rispecchia il percorso svolto dai narratori, una vicenda che si anima dentro il paesaggio, con il senso tragico delle cose che è il filo delle storie di montagna e di questa storia. Una vicenda nella quale il silenzio è uno dei protagonisti del romanzo: il silenzio dei boschi e il silenzio tra i membri della famiglia. La casa porta con sé ricordi, verità, suggestioni, la storia di Adelmo e Clelia, il ricordo delle cene di famiglia con Lieta intenta in cucina ed ascoltare i suoi fratelli Donato e Severino.
È trascorso molto tempo da allora; Clelia è in ospedale e Adelmo non smette di pensarla. Ancora si perde nel suo sguardo come un tempo quando piccola, ricciuta e un seno abbondante aveva Luciano, il più bello, come moroso. Ma Adelmo, lo scapolo più ambito, non se l’era lasciata portar via. Clelia si è ammalata e vive periodi di grande sconforto. Non parla più, ma i suoi occhi sì. La sua mente la riporta indietro nel tempo tra le macerie di Bologna alla fine della guerra, o durante la lotta partigiana sui monti. Adelmo le è sempre accanto, tra loro non vi sono più discorsi: in cinquanta anni insieme quello che dovevano dirsi se l’erano detto. La malattia di Clelia a questo punto del romanzo, delinea gli eventi nella famiglia.
Donato non si trova, la sua ultima telefonata risale ad un mese prima. Ha vissuto sempre separato dagli altri due fratelli; non si è mai interessato di politica e vive in Sudamerica. Da qui, con l’ indagine sulla sua scomparsa, l’intera famiglia sarà costretta dalle circostanze a mettersi in discussione e a fare i conti ognuno con se stesso e con gli altri membri. Gli aspetti dei propri caratteri, delle proprie aspettative, dei propri cambiamenti, dei propri fallimenti e dei ritorni che i ricordi sfumano.
Nella vita che viviamo, mentre la viviamo, mentre a fatica ricuciamo il filo di senso che sfugge, i ritorni sono eventi privi di spessore, come tanti, e come tanti s’infilano imprevisti nel duro della quotidianità, provocando dolore. È nel ricordo, dopo, che acquistano poesia.
"Più di così si muore" è un romanzo intenso, ricco, originale e intrigante nel quale si intrecciano le storie dei personaggi a fronteggiare le difficoltà come in tutti i drammi e commedie umane. Consigliato!
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