Poesie d’amore
- Autore: Anne Sexton
- Categoria: Poesia
“Il problema è/ che lasciavo congelare i miei gesti./ Il problema non era/ nella cucina o nei tulipani/ ma solo nella mia testa, la testa.”
Chi è Anne Sexton?
Anne Sexton sboccia come poetessa a ventinove anni, sotto suggerimento del suo psicoanalista della Westwood Lodge, all’interno della quale era stata internata a seguito del suo secondo tentativo di suicidio. Il dottor Orne le suggerisce di scrivere versi durante il ricovero perché in questo modo avrebbe potuto aiutare altre persone con i suoi stessi problemi a sentirsi meno sole e, grazie a questa sorta di poetry therapy, le salva (momentaneamente) la vita.
Vittima della severa, conformista e benpensante società puritana e alto borghese del New England, basata sull’istituzione familiare patriarcale e sui ruoli precostituiti, la sua poesia narrerà la liberazione dall’oppressione dei ruoli femminili istituzionali negli anni scoppiettanti della rivoluzione culturale e sessuale, anticipando i temi della protesta del femminismo.
“L’amore dove rideva la iena/ nel bel mezzo di nessun dove/ tranne l’equatore. L’amore!”
Poesie d’amore
“Love poems” viene pubblicato nel 1969 e rappresenta il lavoro scritto all’apice della sua carriera di poetessa di successo. Protagonista assoluto è il corpo femminile, un corpo sotto il costante sguardo dell’Altro, un corpo fatto di ossa e di carne che viene smembrato e disfatto dal desiderio sessuale di essere posseduto. Opera di elevata maturità stilistica, affronta il tema spinoso della speranza di resurrezione carnale di una donna di mezza età tramite il sesso adulterino.
“Ieri non volli essere presa a prestito/ ma questa è la macchina da scrivere che sta di fronte a me/ e l’amore è dove quel giorno sta”
Esponente di rilievo della corrente poetica confessional e performer sofisticata dei suoi lavori poetici, Anne Sexton viene descritta come la bella e dannata, la più scandalosa ed eversiva fra le madri fondatrici della poesia femminile contemporanea.
Il dolore, quello vero, sembra che venga espiato attraverso i versi dall’autrice, quasi cacciato a forza fuori dal corpo sotto le infinite maschere della sessualità. La poesia di Anne Sexton è una rete che cattura il lettore fra le righe della malattia mentale, della dipendenza da farmaci e dallo spettro onnipresente e profetico del suicidio, ultima espressione di un controllo, di una scelta solo fittizia, di poter uscire di scena, con stile, dalla personale valle di lacrime.
“Quanto a me, io sono un acquerello./ Mi dissolvo.”
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