Porta Venezia di Carlo Nardi

Se non fosse per il fatto che il protagonista scandisca tutto il suo tempo con un rigido ordine sembrerebbe di trovarsi di fronte ad un libretto come “La passeggiata” di Walser. C’è un unico personaggio, almeno fino all’ultimo, un unico tempo, un viaggio del pensiero, ma negli stessi luoghi: casa e lavoro.
In questo romanzo, "Porta Venezia" pubblicato a fine 2018 dalla Italic&Pequod l’autore, Carlo Nardi, si mette ad osservare da vicino la vita di Tommaso Ponte, un architetto di finzione che, vedovo e solo, vive in cima alla Torre Rasini progettata, dal grande Giò Ponti ed Emilio Lancia presso Porta Venezia a Milano.

Con una scrittura raffinata e minuziosa l’autore è attento a scandire la routine del protagonista che si muove tra le fumate delle sue adorate pipe, le passeggiate al lavoro e le soste alla scrivania. Sembra non accadere mai niente nella sua vita. Tommaso Ponte è un burbero che, dopo anni di clamori e successi, sembra stanco di vivere in società. Borghese benestante, Tommaso non ha bisogno del suo lavoro per sostentarsi, ma nonostante tutto sembra arrovellarsi per qualcosa che lo tocca molto nel profondo. Un progetto? O forse è un assillo sull’inclemenza dello scorrere del tempo su cui la citazione da George Perec in apertura può gettar luce.
Il romanzo piacerà certamente a chi ha una predilezione per le atmosfere intimistiche e riflessive, umbratili. Le fumate serali della pipa dentro il salottino di Tommaso nell’alto della sua torre sono pacate liturgie che avvicinano molto la meditazione. Ma, ovviamente, qualcosa deve pur accadere, nella vita di quest’uomo, qualcosa che sembra risvegliarlo da un torpore nel quale vuol crogiolarsi. C’è da chiedersi se questo cambiamento che non appare con chiarezza sia l’effetto ritardato della morte della sua amata zia, con la quale inizia il libro, o forse la distanza sempre più ampia con la figlia di Tommaso, Elena.

Il romanzo stupisce per lo stile soprattutto considerando che Carlo Nardi è un architetto a sua volta (lo fa notare in molti dettagli) e non uno scrittore “di mestiere”. "Porta Venezia" è solo il suo secondo libro.