Primavera a Varsavia
- Autore: Carlo Trotta
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Calel, un giovane ebreo di Varsavia, quando la città viene travolta dalla follia nazista, coltiva ancora il sogno di una vita normale. In quel momento infausto della storia comincia la segregazione del ghetto, che lentamente muove verso una tragedia tristemente annunciata. Il destino però ha in serbo per Calel delle sorprese: il ragazzo infatti diventa un agente della Ghettopolizei, un collaboratore dei nazisti costretto a vivere in una perenne ambiguità anche tra i suoi stessi concittadini e consanguinei. Nell’alternarsi di storie e personaggi, di ansie e speranze, si avvicina il momento della liquidazione del ghetto da parte dei nazisti. Calel dovrà scegliere ancora una volta e fare i conti con quel dolore che non potrà mai essere condiviso con nessuno.
Partendo dalle vicende particolari di un poliziotto ebreo, di un vero e proprio tutore dell’ordine - e di quale ordine, si potrebbe dire - Carlo Trotta in “Primavera a Varsavia” ha voluto affrontare una problematica poco conosciuta, ma non per questa meno degna di approfondimenti, viste anche le ripercussioni che produsse allora nel ghetto di Varsavia. A intervallare la narrazione emergono gli scottanti interrogativi che che le scelte dei protagonisti ci pongono ancora oggi; problematiche che possono infatti riproporsi anche nella nostra lontana quotidianità.
Poliziotto lui stesso, prigioniero in una gabbia a cielo aperto, in quel ghetto, un’“isola felice” del mondo ebraico, Calel dovrà fare i conti con quel poco di coscienza con cui lotta, fino alla fine, pur di mantenere viva la fiammella della dignità e dell’amore.
Riproporre nuovamente il tema della Shoah, cercando in un certo modo anche di superare il rischio concreto di ritualizzare e banalizzare un evento così drammatico, rientra in un progetto formativo che intende la Storia non come una semplice collezione di eventi che si fa da sé, quanto, piuttosto come la consapevolezza di quegli stessi eventi che noi tutti, collettivamente, maturiamo dentro di noi.
Consapevolezza che ci rende così un pubblico colto, un pubblico che, da quando può dirsi tale, è ininterrottamente stato in vita, fino ai nostri giorni, perché capace di conferire autenticità alla storia. Per questo la storia è identica alla continuità di un pubblico colto che conserva e tramanda il passato, attraverso il presente, per l’avvenire.
Primavera a Varsavia
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