Prime impressioni della Grecia
- Autore: Henry Miller
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2007
Prima di dedicarsi alla scrittura del suo “Colosso di Marussi”, Henry Miller raccoglie i primi appunti del suo viaggio in Grecia in un taccuino, ritrovato solo nel 1971 nei carteggi del poeta premio Nobel Giorgios Seferis e rimasto fino ad allora inedito. La casa editrice Ibis lo pubblica in Italia nel 2007 con il titolo “Prime impressioni della Grecia”.
Maggio, 1939. Dopo aver lasciato Parigi, dove visse per una decina anni, lo squattrinato scrittore newyorchese si imbarcò a Marsiglia alla volta del Pireo, dietro invito del suo amico e scrittore Lawrence Durrell. Iniziò così il suo soggiorno di nove mesi in Ellade durante i quali Henry Miller ebbe modo di visitare Idra, Spetses, Nafplio, Micene, Delfi, Creta, e tanti altri luoghi che fecero scaturire in lui profonde riflessioni, che possiamo leggere in "Prime impressioni della Grecia".
Da profano della cultura greca e senza alcuna nozione di storia e di arte classica, Miller rimase da subito abbagliato dai candidi e ruvidi paesaggi dell’Egeo talmente intrisi di storia e di purezza da risvegliare il suo assopito amore per la natura e per l’arte. L’incipit ne è la prova:
Il luogo di nascita dell’immacolata concezione. Un’isola costruita da una stirpe di artisti. Tutto prodotto miracolosamente dal nulla. Le case collegate una all’altra come da un architetto invisibile. Tutto bianco come la neve, eppure pieno di colore. La città intera è la creazione di un sogno: un sogno nato dalla pietra.
Durante il suo viaggio, Miller rivelò sentimenti nettamente in contrasto con quelli bellicosi fomentati dalla seconda guerra mondiale in procinto di esplodere:
Distruggiamo intere popolazioni premendo un bottone. Il nemico è ovunque, animato e inanimato. Tutto ispira paura, angoscia, panico. Combattiamo contro le nostre ombre – una specie di guerriglia contro i fantasmi. Questa è la civiltà.
In “Prime impressioni della Grecia” si ritrova il tipico stile autobiografico del celebre autore: la scrittura surrealista abbraccia descrizioni naïf, esperienze entusiastiche e critiche disilluse. Il risultato è questo libretto di viaggio inaspettato e prezioso per approfondire la conoscenza di Miller e della sua epoca.
Tutto questo non è per nulla ortodosso e forse molto americano. Ma è la testimonianza del mio grande rispetto per il vero spirito greco. Non posso accettare le date e le spiegazioni degli studiosi. Preferisco scrivere la mia storia personale della Grecia, una storia che corrisponda alle meraviglie incomprensibili che ho visto con i miei occhi.
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