Principianti di Raymond Carver

Come reagireste se il vostro libro venisse modificato e tagliato da cima a fondo dall’editor? Raymond Carver non la prese certo con allegria nel vedersi stravolto il manoscritto – diciassette short stories raggruppate sotto il titolo Di cosa parliamo quando parliamo d’amore? - di una buona metà dall’editor Gordon Lish, con trocature, revisioni, integrazioni a non finire, riscrivendone in molti casi anche i finali. Ma - come si suol dire - non tutto il male vien per nuocere: il lavoro di forbici costituì infatti la fortuna del libro, uscito nel 1981, riscuotendo un gran successo di vendite.
Pubblicato in Italia da Einaudi nel 2009 con il titolo originale Principianti - ripreso da quello di uno dei racconti -, è la versione intonsa, non ancora rimaneggiata da Lish, e rappresenta, dopo La cattedrale, un must da leggere se si vuol conoscere Carver.

Il “Cechov d’America” - anche John Cheever viene chiamato così - fotografa la società piccolo borghese americana con uno stile letterario minimalista, essenziale, secco, ma molto incisivo ed efficace.
I personaggi dei suoi racconti sono uomini e donne la cui anonima quotidianità è spesso annegata nel fondo di un bicchiere di whisky – lo scrittore stesso era un alcolizzato -, immancabile elemento nella letteratura e nel cinema a stelle e strisce.

La noia, il vuoto esistenziale e la difficoltà dei rapporti interpersonali caratterizzano molti dei personaggi di Carver, con le loro irrequietezze, angosce, disperazioni, affanni, in un’ambientazione costituita spesso da anonime e desolanti periferie.
Racconti come L’avventura e La Torta posseggono un ritmo narrativo sempre più crescente, dove la tensione conduce il lettore al culmine del dramma per poi alla fine sfumare tutto nel niente, nel non senso.

Spaccato sociale spiccio e privo di ipocrisie a marchio american style, questa raccolta è imperdibile per chi vuol gustare la quintessenza originale della vena creativa di Carver e gli amanti della letteratura Usa del Novecento.