Quando eravamo prede
- Autore: Carlo D’Amicis
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2014
Un bosco in un posto e in un tempo indefiniti, dove un gruppo di persone, con nomi di animale del quale rispecchiano anche le caratteristiche, vive secondo la legge e lo stato della natura e dove tutto sembra procedere senza problemi finché qualcosa di estraneo proveniente da oltre il Cerchio non arriva a turbare l’equilibrio che vige in questa parte di mondo. Tutti gli animali scappano nel giro di una notte e quelli che rimangono sono dei topi, o, direi quasi, una loro versione da laboratorio.
Un libro impegnativo, dove Carlo D’Amicis affronta il passaggio dallo stato di natura alla società, che avviene nel momento in cui qualcuno del mondo cosiddetto civilizzato irrompe nella comunità di cacciatori introducendo la religione e avendo la pretesa di “civilizzare” i retrivi abitanti del bosco. Questo momento sembra rappresentare la causa della scomparsa degli animali, dell’abbandono da parte della Natura che fino a quel momento era un tutt’uno con i suoi abitanti, delle problematiche che investono i cacciatori una volta che prendono coscienza di quello che sta avvenendo e dei conflitti che erano latenti e che tutt’un tratto esplodono.
La religione con il suo Dio si sostituisce alla Natura e la parte comune cede il posto alla proprietà privata. Il bosco che era enorme fino all’altro giorno comincia a restringersi e il riparo, non solo fisico che forniva, viene di giorno in giorno demolito rendendo ognuno vulnerabile e consapevolmente nudo.
Quando eravamo prede (Minimum Fax, 2014) mette in luce le contraddizioni dei due mondi, con la conseguente corruzione che è insita, nasce e si sviluppa e alla quale sembra che non si riesca ad apporre nessun argine e dove l’unica soluzione sembra essere quella di scappare (quasi scacciati dal loro Eden per una qualche primitiva colpa) o di entrarvi e affrontarla.
Da leggere.
Quando eravamo prede
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