Randagi di Marco Amerighi

Marco Amerighi vive a Milano dove lavora come traduttore, editor, e ghost writer per varie case editrici. Ha esordito nel campo della narrativa con Le nostre ore contate, nel 2018. Ora torna in libreria con il suo secondo romanzo intitolato Randagi (Bollati Boringhieri, 2021), una storia intima e intimistica di grande impatto emotivo.

Il romanzo narra la storia inusuale di Pietro Benati e della sua famiglia, sulla quale grava una maledizione tanto strana quanto curiosa. Tutti i maschi della famiglia, infatti, sono destinati a scomparire per un certo periodo. Prima è accaduto al nonno, sparito nella guerra di Etiopia, poi nel 1988 il padre Berto, con il vizio delle scommesse, tornato in seno alla famiglia con un dito mignolo mancante, non si sa per quale motivo. Ora forse tocca a Pietro o a suo fratello Tommaso?
Pietro è combattuto, la sua vita un fallimento, spesso si lascia trascinare da una madre ipocondriaca e da un padre che non sa più dove trovare i soldi. Invece suo fratello è un genio, promessa del calcio. Ma è proprio così? Chi dei due è destinato a scomparire e perché?

Randagi è un libro che colpisce. Innanzitutto è caratterizzato da una pletora di personaggi minori, descritti con dovizia di particolari, ma che animano sensibilmente la trama. È un libro che racchiude in sé svariati argomenti: dall’amicizia e al suo valore, alla giovinezza, al potere dei sentimenti e al loro intrinseco calore. Il ritratto di una generazione sofferente che tuttavia non si arrende mai. Scritto con una prosa fluida e precisa, il romanzo si legge con interesse e curiosità.