Quando ti trovi di fronte a una poesia o a una canzone puoi notare delle parole che, tra loro, danno musicalità a tono a quello che stai leggendo. In poesia - come nella musica - esiste un ritmo e questo arriva da diversi strumenti che sono in mano al poeta: lo schema metrico (soprattutto se parliamo di poesie del passato), la struttura in strofe, la scelta delle parole e come non pensare alla rima!
La presenza di parole che hanno l’ultima sillaba e la vocale accentata precedente uguali - questa è la definizione della rima - contribuisce a creare l’armonia che serve per donare emozioni ed evocare ricordi nel lettore. Quante rime esistono in italiano e quali sono quelle più famose in letteratura? Ecco alcuni esempi pratici: le rime non avranno più segreti per te!
Quali sono i tipi di rime
Le rime possono essere di diverso tipo in base al modo in cui sono composte.
La rima più semplice è la rima baciata, dove le due parole che rimano tra loro si trovano in due versi successivi, secondo lo schema AA-BB-CC, dove a ogni lettera uguale corrisponde una rima baciata. Ecco un esempio pratico:
si fanno lunghe; e all’odore del fieno
che la strada, dal fondo, scalda in pieno
si legge nella poesia Maggio di Giorgio Caproni. Come puoi vedere nell’esempio, fieno e pieno rimano con una rima baciata, perché sono alla fine di due versi successivi e hanno la vocale accentata E e la parte finale -NO in comune.
Anche la rima alternata è molto nota e genera quasi una catena. Infatti, il primo verso rima con il terzo e il secondo verso rima con il quarto. Ecco un esempio tratto da X Agosto di Giovanni Pascoli:
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini
Come puoi vedere, tetto fa rima con insetto e spini con rondinini. Lo schema è ABAB.
La rima incrociata o chiusa è già uno strumento per poeti esperti: il primo verso rima con il quarto, mentre il secondo e il terzo verso rimano tra loro, come avviene nella poesia A se stesso di Ugo Foscolo:
Che stai? già il secol l’orma ultima lascia;
dove del tempo son le leggi rotte
precipita, portando entro la notte
quattro tuoi lustri, e obblio freddo li fascia
Qui lascia rima con fascia, mentre rotte rima con il verso successivo notte. Lo schema in questo caso è ABBA.
La rima incatenata, invece, è nota anche come rima dantesca, perché è quella usata da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Ecco un esempio tratto dal XXXII canto dell’Inferno, dedicato al Conte Ugolino.
e come ’l pan per fame si manduca,
così ’l sovran li denti a l’altro pose
là ’ve ’l cervel s’aggiugne con la nuca
Lo schema è ABA, BCB, CDC. Infatti, il secondo verso della prima terzina rima con il primo verso della terzina successiva, creando una catena.
Hai mai sentito parlare di rima a specchio? Si chiama anche rima invertita e ha l’effetto del Moonwalk. Non ci credi? Lo schema metrico è ABC-CBA, oppure ABC-ACB. Ecco un esempio da A Zacinto di Ugo Foscolo!
Cantò fatali, ed il diverso esiglio
Per cui bello di fama e di sventura
Baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.Tu non altro che il canto avrai del figlio,
O materna mia terra; a noi prescrisse
Il fato illacrimata sepoltura
In questo caso, Ulisse rima con prescrisse (C), sventura con sepoltura (B) e esiglio con figlio (A).
Una rima molto apprezzata nel Novecento e non solo è la rima interna o al mezzo. È una versione della rima baciata dove la rima non avviene alla fine del verso, ma all’inizio, come puoi vedere nella celebre poesia Spesso il male di vivere ho incontrato di Eugenio Montale:
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato
qui la rima è tra prodigio e meriggio. Lo schema è ABBA, ma meriggio si trova nel verso e non alla fine. Un’altra rima più sofisticata è l’equivoca: si basa sulle parole che sono identiche, ma che possono avere significati diversi. In nostro aiuto arriva la poesia n. 280 (CCLXXX) del Canzoniere di Petrarca:
Tutti insieme pregando ch’i’ sempre ami
Preghi ch’i’ sprezzi il mondo e i suoi dolci ami
Le due parole fanno rima, perché è sempre la stessa, ma con significati diversi. Nel primo verso ami è il congiutivo presente di amare - che io ami - mentre i dolci ami ha come riferimento l’amo da pesca, usato qui in senso figurato. Il poeta chiede che si preghi per lui, affinché ami sempre (cioè abbia sempre Fede, che è un tema centrale in Petrarca) e non si lasci incantare dai piaceri del mondo terreno (i suoi dolci ami).
Che cosa è una rima semantica
La rima semantica si trova anche ne Il passero solitario di Giacomo Leopardi:
Non ti cal d’allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell’anno e di tua vita il più bel fiore
In questo caso la rima spassi e trapassi crea un netto contrasto di parole che, però, rimano tra loro a livello di suono. La rima semantica può essere anche per analogia, dove il significato simbolico corrisponde a un concetto simile. Per esempio, sempre in questa poesia, troviamo dei versi precedenti con la rima core/migliore/fiore, che esprimono la vitalità e la gioia di vivere.
Che cosa si intende per rima ipermetra
La rima ipermetra merita una spiegazione a parte. Si crea aggiungendo o togliendo una sillaba sdrucciola. La sillaba in più si calcola nel verso successivo nello schema metrico. Un esempio arriva da Non chiederci la parola di Eugenio Montale.
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
La rima è qui tra amico e canico-la, dove -la verrà conteggiata nel verso successivo nello schema metrico. Quale rima ti piacerebbe provare a scrivere o vorresti leggere?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rime: tipologie ed esempi
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