Rione Serra Venerdì
- Autore: Mariolina Venezia
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2018
Nuovo romanzo di Mariolina Venezia, creatrice del personaggio del vice procuratore della Repubblica di Matera, l’irrefrenabile dottoressa Immacolata Tataranni, Imma, croce e delizia di collaboratori. La cancelliera Diana, il capo dottor Vitali, il fedele maresciallo Calogiuri, bello e concupito nei sogni e non solo, dalla dinamica, intuitiva, determinata magistrata, femmina nei suoi esibiti decolleté, perenne scarpa colorata tacco 12, leggins vistosi, pessima cuoca, madre e moglie non sempre esemplare, ma con un gran senso della legalità e della giustizia, che persegue nelle sue complicate indagini giudiziarie, che la rendono preziosa negli uffici della Procura materana.
“Rione Serra Venerdì”, che dà il titolo al romanzo, è il quartiere costruito dopo che una visita che l’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi fece ai celebri Sassi di Matera. Inorridito dalle aberranti condizioni di vita dei suoi abitanti, ordinò che tutti fossero spostati altrove, in situazioni più confacenti alla dignità di cittadini italiani. Poi, quel quartiere costruito rapidamente divenne rifugio dei più miserabili, quelli che avevano abitato nelle grotte e prese il nome di Rione Apache.
Proprio da quel luogo prende le mosse il libro di Mariolina Venezia, che racconta il misterioso omicidio di una donna, che era stata compagna di classe della stessa Imma. Si tratta della single Stella Pisicchio, impiegata comunale un po’ sfigata in gioventù, che però, secondo le chiacchiere ascoltate durante il funerale, negli ultimi tempi era divenuta ricca e aveva cominciato a curare la sua estetica e il suo look. In effetti il cadavere della donna, in lingerie di pizzo nero e labbra gonfiate, faceva pensare a giochi erotici da parte di un assassino poi fuggito da un lucernario, vista la porta di casa serrata dall’interno. Indagine sempre più complicata, che si spinge fuori città, nei paesi vicini, dove compaiono un nobiluomo decaduto, compagne di classe della morta, un impiegato di un call center irretito da Stella, bambini delle scuole elementari che compaiono e scompaiono dal luogo del crimine, in una ricerca vorticosa della complicata verità che Imma, con l’aiuto di Calogiuri, riuscirà finalmente a dipanare.
Ma il fascino del romanzo sta soprattutto nella ricostruzione storico-ambientale che Mariolina Venezia disegna con precisione da attenta ricercatrice. Il Risorgimento mancato, il cosiddetto Brigantaggio, la questione meridionale oggi tornata di così scottante attualità, il vero ruolo dell’esercito sabaudo non solo liberatore, ma purtroppo anche feroce assassino. Il racconto della storia scritta dai vincitori e imparata a scuola, si mescola con pagine di storia locale poco note, che vengono alla luce dopo essere state celate per decenni nei palazzi abbandonati, nei bauli dimenticati. Fotografie antiche che testimoniano stragi efferate si mescolano con piante catastali di interi borghi rasi al suolo, senza che rimanesse “altro che pietra su pietra”, dai vincitori venuti a liberare il sud dagli odiati Borboni.
La scrittrice, usando il genere così amato dal pubblico dei lettori, il giallo giudiziario, riesce a mescolare con leggerezza temi molto poco trattati dalla storiografia contemporanea, con una visione della società contemporanea, della famiglia, della scuola, della giustizia che ci racconta molto e con grande lucidità un pezzo di realtà della Basilicata, questa regione così poco raccontata, dopo l’epopea dei classici, a cominciare da Carlo Levi. Matera attuale, con i suoi numerosissimi Bed & Breakfast, con i bambini delle scuole formati a fare le guide ai Sassi per turisti numerosi e curiosi, con le sue valorose maestre, con un passato di indigenza inenarrabile che si vuole esorcizzare, con le grotte che ancora rimangono luoghi pericolosi ed inospitali, dove si stratifica il “guano di pipistrello” mentre la città si prepara al suo anno di Capitale della Cultura. La città è raccontata da Venezia con un linguaggio facile ed accattivante, che attira il lettore pur invitandolo a riflettere su tante storture che divengono metafore del nostro vivere, tra arcaicità e incalzante modernità. La scrittrice, con la voce di Imma Tataranni non fa sconti a nessuno, l’agente Barbara Bartolini:
Non sapeva da dove venisse di preciso. Anzi, questo lo sapeva. Dalle parti di Reggio Emilia, non Calabria! L’aveva visto sui documenti. Lo doveva ammettere, questi nordici! Eh si, ci sapevano fare. Non erano sfaticati. Non erano piagnucolosi. Non erano approssimativi. Non erano terroni, diciamolo!
Il Sud con i suoi cibi straordinari, con le sue componenti più oscure e la sua storia millenaria, con la bellezza dei luoghi, a partire dalle Dolomiti Lucane, con i panorami mozzafiato nelle sue strade quasi deserte, è un pezzo d’Italia che Mariolina Venezia ci aiuta a conoscere, ad apprezzare, ad aiutare a migliorare attraverso personaggi diversi, tutti ben costruiti a testimoniare un’Unità per certi versi ancora da rafforzare. Per fortuna c’è la solida cultura della legalità e della giustizia della Piemme Tataranni.
Rione Serra Venerdí. Imma Tataranni e le trappole del passato
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