Rizzoli. La vera storia di una grande famiglia italiana
- Autore: Nicola Carraro, Alberto Rizzoli
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2015
“Caro Alberto, visto che sono il cugino più anziano (benché di poco) mi prendo la responsabilità di iniziare questo libro a quattro mani”.
Con queste parole Nicola Carraro, figlio di Giuseppina Rizzoli, si rivolge al cugino Alberto Rizzoli, figlio di Andrea. Protagonista del volume, redatto in forma epistolare tra i due cugini, è il celebre nonno Angelo Rizzoli (Milano 1889 – 1970), imprenditore, editore e produttore cinematografico italiano, fondatore della Rizzoli Editore.
“Non vorremo fosse dimenticato”.
Il piccolo Angelo, nato “povero in canna”, figlio di un ciabattino analfabeta morto prima della sua nascita, aveva trascorso dieci anni nell’orfanotrofio milanese dei Martinitt da cui era uscito con la licenza elementare, imparando il mestiere di tipografo. A circa vent’anni Angelo aveva cominciato la sua carriera d’imprenditore acquistando una tipografia dove lavorava per conto terzi. Nel 1927 Rizzoli aveva iniziato la sua attività editoriale con la pubblicazione in proprio di riviste, “È stato un pioniere, un innovatore”.
Uomo dalle grandi intuizioni aveva lanciato per primo i rotocalchi femminili e d’informazione, quali Novella, Annabella, Omnibus, Oggi e L’Europeo, destinati a un largo pubblico.
Nel 1929 l’editore Angelo Rizzoli aveva ricevuto la commessa per la pubblicazione dell’Enciclopedia Italiana Treccani e nel 1934 entrò per la prima volta nel mercato librario pubblicando la Collana I classici.
È del 1949 l’idea di pubblicare con la Biblioteca Universale Rizzoli (BUR), a prezzi popolari, opere antiche e moderne, iniziativa che aveva conseguito un grande successo. Dopo la fine della II Guerra Mondiale, in piena ricostruzione, in una società italiana volenterosa che credeva e investiva su se stessa, spiccava l’abilità e la volontà di Rizzoli “uomo del fare”, il quale con intraprendenza, aveva saputo creare “lavoro e ricchezza”.
Nella Ischia degli anni Cinquanta l’editore milanese trasformò la località di Lacco Ameno in un centro termale e turistico di livello internazionale. Rizzoli, uomo dalle grandi intuizioni, volse il suo sguardo acuto e intelligente al cinema producendo film tra i quali “La dolce vita”, “8 e mezzo”, “Giulietta degli spiriti” di Federico Fellini.
In famiglia nonno Angiulin (come lo chiamavano i suoi più affezionati operai) non amava le smancerie, non era nel suo stile, ma “molto generoso con le mance”, ai suoi amati nipoti dimostrava l’affetto insegnandogli il mestiere “spetta al padrone dare il buon esempio”, portandoli alla Scala, al Casinò e all’ippodromo. Ogni domenica sera il nonno e la dolce nonna Anna Marzorati avevano a cena, nella loro casa in via Gesù, tutta la famiglia.
“Quante risate ci siamo fatti di nascosto durante quelle cene!”.
Nell’introduzione al testo edito nella Collana “Madeleines” Memorie, gli autori precisano che il loro intento era di “offrire ai lettori un racconto, privato e pubblico, di un lungo periodo dalla fine degli anni Quaranta al 1970, quando scompare Angelo il capostipite, che coincide con l’epoca d’oro della Rizzoli di cui siamo stati testimoni e per una parte anche protagonisti diretti”. Per Nicola e Alberto era importante comporre un ritratto il più possibile “fedele ed equilibrato di una impresa editoriale che ha contribuito allo sviluppo dell’Italia”, al cui centro vi era la figura del suo fondatore “con le sue luci e ombre, difetti e virtù”. Con Rizzoli. La vera storia di una grande famiglia italiana, il loro intento, pienamente riuscito, era di raccontare con obiettività il “Commenda”, com’era chiamato con affetto e rispetto, con ironia e una soffusa nostalgia verso un tempo e un mondo che è scomparso.
“La nostra Milano non esiste più, quel mondo nel quale siamo vissuti e che abbiamo profondamente amato è andato in pezzi. Luoghi legati ai nostri ricordi giovanili non ci sono più. I capostipiti delle grandi famiglie milanesi sono morti e la maggior parte degli eredi sono dispersi per il mondo. La finanza ha preso il sopravvento sull’industria”.
“Io sono stato un uomo fortunato. La mia fortuna la devo innanzi tutto al fatto di essere nato povero e questo mi ha dato una certa comprensione dei fatti della vita”.
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