Sangue di Giuda di Milvia Comastri

Nonna Celeste ha tra le mani una lettera chiusa, sigillata e non vuole aprirla. La lettura potrebbe emozionarla o spaventarla, sangue di Giuda bisbiglia, la sua esclamazione di disappunto e di imprecazione. Sangue di giuda come usava dire Leo, l’unico l’uomo che lei abbia amato e quelle parole sono ormai da tempo divenute le sue. Forse il sospetto che il passato possa ritornare tra le pareti della sua casa è troppo per lei, per gli anni trascorsi in solitudine da quel giorno maledetto, senza più uscire di casa e per il dolore ora sopito. Le capitava di sognarlo ancora fra le sue braccia, di sentirne l’odore aspro e dolce, di vederlo entrare sull’uscio della sua merceria e di provare ancora la febbre che saliva quando si tenevano stretti. Un siciliano allegro e gentile, con gli occhi azzurri e la corporatura imponente, così diverso da lei e dai suoi colori bruni della terra.

L’assenza può essere presenza, perché ti accompagna per tutto il giorno, e ti sta accanto alla notte, e popola i tuoi sogni, e te la ritrovi davanti al mattino, non appena apri gli occhi.

"Sangue di Giuda" è il romanzo di esordio di Milvia Comastri, bolognese amante della scrittura, le cui raccolte di racconti sono state pubblicate in diverse antologie: una storia intensa, bellissima, drammaticamente vera, come la vita spesso sa raccontare. Un romanzo al femminile dalla pregevole scrittura, partecipativa, e dalle ambientazioni che riescono a colpire l’immaginazione di chi legge. Narra di donne che parlano di sé, dei loro amori, dei loro errori, delle loro solitudini. Celeste è la nonna, non esce più di casa e ha sempre con sé le sue sigarette. Assunta la prima figlia nata per puro caso, veste solo di nero quasi a dover scontare le colpe del mondo e Nadia, la figlia più bella, dai colori chiari da non sembrare appartenere alla famiglia. Con il suo book sottobraccio è quotidianamente alla ricerca di provini e poi c’è Mira, la figlia adolescente di Nadia, con "Il buio oltre la siepe" e le poesie di Erri De Luca nello zaino.
La fuga da casa di Mira desterà scompiglio nella routine quotidiana della famiglia e nei cuori di chi le vuole bene. Una famiglia particolare, tanto diversa dalle altre. Sono trascorse ore dall’allontanamento della nipote e fuori dalla finestra Celeste si sofferma a guardare l’orizzonte sulle vecchie case del quartiere, sui campi incolti e sulle fabbriche abbandonate. Si lascia andare ai ricordi, a quando aveva sposato Vincenzo alla fine della guerra. La guerra che aveva traumatizzato tanti e più di tutti Vincenzo che pareva non voler dimenticare la sua famiglia rimasta sotto le macerie di un bombardamento e il giovane Fabio.

Gli uomini di questa famiglia sono solo di passaggio: fanno promesse che non mantengono, nascondono la loro vera vita, le loro identità, sono spesso disonesti, bugiardi e in alcuni casi spregevoli. Uomini assenti, protagonisti di storie che hanno generato e che hanno abbandonato al proprio destino. Le donne, rimaste sole, abbracciano le responsabilità delle loro scelte, le incombenze di una vita difficile e marginale, l’impegno di andare avanti e anche la voglia di un riscatto, cercando conforto nel vivere altre storie d’amore come desidera Nadia. Quali altri ricordi avrà Celeste e cosa succederà alla giovane Mira!
"Sangue di Giuda" è un bellissimo libro, molto coinvolgente, con storie di personaggi femminili rassegnate, umiliate, ma piene di dolcezza, desiderose di risorgere dalle loro ceneri per poter tornare ad essere donne. Un romanzo doloroso che penetra nelle pieghe dell’anima di chi lo legge. Consigliato!