Sangue e plusvalore
- Autore: Luca Cangianti
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Carl Marx sfida all’ultimo sangue un capitalista vampiro
Lupi in centro a Londra nel 1858? Quando il ventenne Daniel Pieper avvia il sodalizio col prof. Marx, entra trafelato nella sua gelida casa d’esilio sentendosi inseguito da un branco di lupi, in una buia strada londinese. Non si tratterà della sola stravaganza ed è appena il primo mistero che Luca Cangianti regala in “Sangue e plusvalore”, Imprimatur Editore, 206 pagine 15,50 euro. La capitale inglese nell’Ottocento, ambienti cupi, il male in azione, contenuti paranormali... va da sé che si tratta di un ritorno del romanzo gotico vittoriano. Un buon ritorno.
Il ragazzo si propone come segretario al filosofo Carl Marx - collaborazione volontaria e gratuita: il grande pensatore è povero in canna, come dimostra la dimora non riscaldata – perchè solo grazie a quell’uomo ritiene di venire a capo del suicidio paterno, un anno prima, a Colonia. Medico tedesco, il papà era compagno di militanza politica e finanziatore del lavoro dello studioso, impegnato nella stesura di quel ca..zo di libro, che dovrebbe scoperchiare finalmente il mondo della produzione capitalistica, ma che, dice, non vuole venire alla luce. Media statura, corporatura un po’ tarchiata, un gran cespuglio di barba e baffi: il Marx dei ritratti, insomma, con l’aggiunta ad opera di Cangianti del carattere di un leone brontolone.
Tra le incombenze di Daniel, oltre a sbirciare nei registri delle fabbriche e tenere conto degli articoli di stampa, c’è anche prendere appunti nelle conferenze, alle quali il professor Marx non può assistere per mancanza di abiti presentabili. E in un convegno sull’emancipazione femminile, frequentato per sbaglio, conosce Lucy, una ragazza che si rivelerà modernissima e disinibita. Scocca più di una scintilla. Divampa un fuoco di erotismo da film hard.
Il contesto economico generale è pesante, le famiglie operaie delle città industriali vivono una vita miserabile. Ma non è un romanzo sociologico e nemmeno di denuncia, è un thriller gotico.
Dagli appunti del ragazzo, Marx rileva un incremento di infortuni mortali in un’azienda. In una fase di crisi, gli incidenti dovrebbero ridursi, per la disoccupazione. Nella Vulcan aumentano. Strano.
Certo che l’opificio del signor Constantin sembra un castello medievale. Quella grande macchina all’interno è come un mostro mangiauomini, dicono i lavoratori. In quello stabilimento succede qualcosa di malvagio, è fuori di dubbio per Daniel, ossessionato dalla visione di un uomo con gli occhi come cavità bianche, ammesso che siano occhi. Per Marx è sospetta l’esistenza di capitalisti filantropi, che danno lavoro in recessione, ragione in più per investigare, fingendosi ispettori governativi di fabbriche, molto rispettati perchè scrupolosi.
La tecnologia avanzata maschera un orrendo apparato, di natura oscenamente animalesca, che si rivela appena Marx si ferisce accidentalmente. Al contatto col sangue, l’intera fabbrica sembra attivarsi, con un gorgoglio quasi umano. Paranoia? E quella decolorazione biancastra degli occhi degli operai notata da Daniel? Sembra la stessa di Lucy. La ragazza lo sconvolge, manca di freni inibitori. Ma lo attrae irresistibilmente. Ed è tornata. E adesso ha gli occhi verdi, bellissimi, senza ombra di opacità.
Incubi insistenti, operai spaventati, macchine-mostro che divorano i lavoratori. Si fa strada la consapevolezza che tanti problemi possano essere risolti da una sana solidarietà operaia. Sciopero! Organizzato alla Vulcan da Marx in persona. E un serio picchettaggio contro i crumiri e la polizia. I lettori possono stare sicuri che ogni mistero verrà orridamente e dettagliatamente spiegato, in un romanzo dal ritmo serrato, che piacerà tantissimo agli amanti dell’horror d’azione e che alla curiosità di un Carl Marx tutt’altro che mummificato nella sua icona filosofica aggiunge altri incontri suggestivi, compreso Giuseppe Garibaldi, che intona canti anticlericali in un locale frequentato da fuoriusciti italiani.
Ah, il romanzo in effetti comincia nel 1871, sull’ultima barricata della Comune di Parigi. E termina nello stesso luogo, al seguito di un maturo Daniel Peiper, ora provetto e pionieristico fotoreporter. Il suo cruccio è che i soldati francesi che massacrano i comunardi non impressionano le lastre. Nelle immagini si vedono solo le uniformi e le armi.
Ricordate? I vampiri non si riflettono negli specchi.
Sangue e plusvalore
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