Sanguinis effusione. Assedio e resilienza
- Autore: Michele Fontana
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Michele Fontana con Sanguinis effusione. Assedio e resilienza (Pellegrini editore, 2024) ci conduce in una storia d’altri tempi, racconta l’amore per la propria città recuperando episodi gloriosi della vita di Catanzaro che si intrecciano mirabilmente nel romanzo.
L’autore dichiara tutto l’orgoglio dell’essere frutto della fusione di varie popolazioni, si identifica e appartiene totalmente al luogo nel quale queste stratificazioni si sono fuse:
Il 30% del mio DNA è extracomunitario, di provenienza turco-mediorientale, beduino-araba e africana. Nel mio sangue coesistono caratteri ancestrali ereditati da ascendenti bruzi e vituli; greci e latini; politeisti e cristiani; musulmani ed ebrei; normanni e ottomani; francesi e spagnoli; calabresi, siciliani e amalfitani; europei, asiatici e africani; bianchi e neri; nobili e popolani; santi, eremiti e peccatori. Questa mistura di razze, popoli, culture, saperi, stili di vita, visioni del mondo, pulsa armonicamente nelle vene di ogni figlio di questa Città.
Catanzaro nell’estate del 1528 è sotto assedio, a seguito della guerra tra Spagna e Francia, rispettivamente governate da Carlo V d’Asburgo e Francesco I di Valois.
Le truppe francesi cercano di conquistare il regno di Napoli appoggiate da molti nobili meridionali, ma la capitale e Catanzaro resistono a difesa dell’impero di Carlo V. Durante i cento giorni dell’assedio della città calabra si sviluppa anche la storia d’amore realmente vissuta tra Ferrante Spinelli, duca di Castrovillari, e Isabella Caracciolo, marchesa di Mesoraca. A condire gli eventi un enigma: un braccialetto porta le lettere TEFM. Lo indossa il giovane Matteo che viene cresciuto dai frati dell’Osservanza (il convento francescano che tutt’Italia conosce perché restaurato in tempi molto rapidi grazie all’impulso del dott. Nicola Gratteri e che ospita la Procura della Repubblica).
Catanzaro, città demaniale, nel XVI sec. si distingue per l’importante attività legata alla produzione della seta e dimostra quanto sia fondata la convinzione di Don Pedro d’Alarcon de Mendoza che la ritiene città inespugnabile.
Nei fatti solo circa undicimila uomini rimasti fedeli a Carlo V sconfiggono gli oltre trentacinquemila uomini della compagine francese.
A seguito della vittoria l’imperatore concede alla città esenzioni dai tributi regi e la possibilità di coniare una moneta del valore di un carlino.
Un testimone oculare degli eventi annota in un diario i tre mesi di strenua resistenza della città calabrese in cui fatti d’armi s’intrecciano in trame d’amore, cadute e resilienza, vergate con l’effusione del sangue.
Sanguinis effusione è infatti il motto che campeggia sull’aquila imperiale, concessa quale simbolo della città, da Carlo V, con concessione dei titoli di città “Magnifica, Nobile e Fidelissima”.
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