Scacco dell’imbecille
- Autore: Emanuele Gagliardi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Una ricostruzione precisa, accurata, attentissima anche ai minimi dettagli quella che consente a Emanuele Gagliardi, giornalista e autore di numerosi romanzi, di raccontare in Scacco dell’imbecille (Giovane Holden Edizioni, 2015). Al centro di questo libro ironico e divertente, un’indagine di polizia in un ambiente, quello della città di Gaeta, che l’autore mostra di conoscere, di amare, e di rimpiangerne anche i tempi della giovinezza evidentemente trascorsi al mare, tra la spiaggia di Serapo e la città storica, “Gaeta vecchia”.
Siamo nel luglio del 1972, e il funzionario di polizia, sezione omicidi, il romano Umberto Soccodato, decide di trascorrere in un celebre albergo di Gaeta la vacanza estiva. Lo accompagneranno sua moglie Marietta, la loro figlia Elisabetta con il marito e la piccola Anita. Si uniscono alla compagnia anche il cugino Mimmo con sua moglie: in realtà si tratta di un funzionario del Sid, che ovviamente è in incognito. La piacevole vacanza delle due famiglie, nell’albergo dove soggiorna anche Annelise Kappler, da poco sposata con Herbert Kappler, il boia delle Ardeatine che sta scontando l’ergastolo nella terribile fortezza che ospita il carcere militare, subisce però presto un evento tragico.
Una giovane donna tedesca, corteggiata e ammirata, Sabine Werner, viene trovata uccisa barbaramente poco fuori dell’albergo in cui tutti i protagonisti della storia soggiornano. La stazione dei carabinieri è comandata dal Maresciallo Pinna, che subito interviene: il commissario Soccodato, che malgrado sia in vacanza vorrebbe intervenire nelle indagini, viene subito fermato dall’atteggiamento decisamente ostile del carabiniere: tra i due corpi, è noto, non corre grande simpatia.
La storia ben presto si complica molto, con altri delitti, forse legati al primo, altri misteri, a cui forse non sono estranei la presenza di Kappler, i tentativi fatti per farlo fuggire dalla prigione, la presenza nel porto di Gaeta di una nave americana che fa parte della Sesta Flotta della Nato, di stanza in città. L’autista di Frau Kappler, un sottufficiale della Guardia di Finanza, Cosimino Di Ciaccio, avrà anche lui una parte in questo intricato intreccio che l’autore porta avanti con leggerezza, perché pieno di riferimenti alla vita di Gaeta nei primi anni Settanta. Ecco allora i luoghi più noti della città di mare, meta prediletta di romani, napoletani, formiani che vi trascorrono le vacanze: ne sono prototipi i Brongo, ridicola famiglia che lo scrittore si diverte a far parlare nel dialetto locale, che è piuttosto vicino alla lingua campana, data l’appartenenza storica della zona di Formia e Gaeta al Regno di Napoli.
Così il padrone dell’albergo, Carlo Riciniello, e la sua ragioniera Assunina, detta Milva per la sua capigliatura fiammeggiante, si esprimono esclusivamente in dialetto. L’autore acclude un glossario del dialetto gaetano proprio per aiutare i lettori a districarsi in una lingua che si parla in quella piccola Napoli, con il suo splendente golfo, che è la città di Gaeta.
Pur facendo parte di una collana di thriller, il romanzo di Emanuele Gagliardi è ricchissimo di documentazione storica, di ricostruzioni politico-sociali che avevano messo l’Italia del dopoguerra in una condizione di minorità rispetto agli alleati statunitensi, che proprio a Gaeta avevano posto una base militare. Pur essendo quindi un romanzo di fantasia, con tono ironico e lieve e una lingua molto colorita, Scacco dell’imbecille racconta un clima, un contesto apparentemente “provinciale”, che però aveva larghe ripercussioni nello scacchiere non solo europeo, di cui nelle pagine del romanzo vi sono molte prove.
Canzoni d’epoca suonate nel Juke-box, gelati Algida, sandaletti rossi Superga, tielle con la scarola o con i polpi, granite di caffè con panna alla Triestina, il bar più noto di Gaeta, il cinema Ariston, lo stabilimento balneare La perla, sono tutti luoghi notissimi a chi frequenta Gaeta, e di cui l’autore del romanzo sembra apprezzare l’atmosfera un po’ rétro: l’esergo che pone all’inizio della narrazione, “Ancora mi rimane qualche infanzia”, è tratto da una poesia di Giuseppe Ungaretti, a cui si aggiunge la dedica dello stesso Emanuele Gagliardi:
“Ai volti cari che ieri e oggi stupiscono con me all’incanto di Gaeta”.
Una bella dichiarazione d’amore a una città troppo poco conosciuta, dalla storia millenaria, punto di partenza per molti versi dello Stato Unitario, dopo l’assedio del 1861, e che il romanzo di Gagliardi ha saputo raccontare con competenza storica ed esperienza realmente vissuta.
Scacco dell'imbecille
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