Scritto sul corpo
- Autore: Jeanette Winterson
“Il dolore finisce, ci saranno altre persone, ma il vuoto non viene mai colmato. Come potrebbe? L’unicità di qualcuno che è stato così importante che lo rimpiangiamo non viene annullata dalla morte. Il buco che ho nel cuore ha la tua forma, e nessun altro può colmarlo del tutto”.
Amore e morte, dolore e passione. Se l’amore perfetto esiste non può essere diverso da quello raccontato da Jeanette Winterson in “Scritto sul corpo”.
C’è una porta, ed è quella che conduce all’anima del protagonista, ed è socchiusa, così da permettere al lettore di sbirciare. Ad un certo punto la porta si spalanca per poi improvvisamente richiudersi alle sue spalle e, a quel punto, è troppo tardi per tornare indietro.
Le parole dell’autrice sono intense, profonde, viscerali; la passione che descrive è assoluta, al limite del patologico e, nello stesso tempo, perfettamente razionale, analitica, sentita e studiata nei minimi dettagli in quella che è una contraddizione solo apparente.
Il tono della narrazione è sempre in movimento come in movimento sono i toni che accompagnano i pensieri di ciascuno di noi e i diversi momenti della nostra vita; a volte sfacciati, a volte comici, a volte arrabbiati e tristi; al centro della narrazione c’è l’amore, quello carnale, l’amore che vive per il corpo e contro di esso, pronto ad adorarlo e ad assaporarne gli odori ed il gusto fin quasi a cibarsene. Ed è proprio il corpo il vero protagonista di questa storia, a tratti sconfinato ed eterno, con le sue foreste e le sue lande; a tratti permeato della sua dolorosa ed inevitabile caducità, troppo difficile da comprendere ed accettare; il corpo come macchina bellissima e imperfetta, capace di suscitare sensazioni e riflessioni, capace di far vivere, muovere, danzare, morire.
“Scritto sul corpo” è uno dei libri più commoventi ed emozionanti che abbia mai letto; impossibile staccarsi da queste pagine, impossibile dimenticare Louise con i suoi capelli rosso Tiziano.
Senza dubbio il lavoro migliore di Jeanette Winterson.
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Scritto sul corpo
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Scritto sul corpo – Jeanette Winterson
“Perché è la perdita la misura dell’amore?”
Questo è il primo segnale dello tsunami che Jeanette Winterson causa con la sua scrittura piena di vento ed energia sotterranea, che si scatena nel suo piccolo capolavoro letterario probabilmente irripetibile. ‘Scritto sul corpo’ è un’onda alta come mille grattacieli che nasce da quest’interrogativo a cui ho sperato per tutta la lettura del romanzo di trovare una risposta, pur dentro di me sapendo bene che non ne esiste alcuna capace di placare il dolore di certi addii. La tecnica scelta dall’autrice è quella dell’io narrante del protagonista, che racconta la sua storia d’amore più grande e sofferta, con una donna sposata, Louise. Molti si sono domandati se è la voce di un uomo o di una donna a parlare. Molti hanno annoverato ‘Scritto sul corpo’ fra le opere più riuscite della letteratura lesbica. Fra una pagina e l’altra andavo alla ricerca di particolari che mi facessero propendere per l’una o per l’altra ipotesi. Cambia tutto, se ci pensate. Immaginare un uomo e il suo amore per Louise, oppure una donna e il suo amore per Louise. Ho deciso che è una donna ad amarla perché un uomo non saprebbe raccontare l’amore così. Pertanto, da questo momento in poi, per me la protagonista sarà una lei.
Louise è l’Amore con la A maiuscola. Non che esistano amori con la a minuscola. L’amore dovrebbe non prestarsi ad essere classificato, eppure a distanza di anni ti rendi conto che di tempo ne hai perso parecchio a star dietro a chi poi ha dimostrato di valere meno di un quadrato di carta da culo. Louise vale tutta una vita perché alla vita di lei dà senso e lo fa attraverso impulsi incontrollabili. A parlare è il corpo che non si pone domande, non si perde in ragionamenti. Il corpo vuole la vicinanza e il calore della pelle, vuole sentirne la consistenza, vuole accarezzare e abbandonarsi all’odore unico dell’altra. Il corpo urla.
Raro il caso di un amore così ugualmente corrisposto. Pur nella comunanza di sentimenti capita che nel cuore dell’uno arda il fuoco che scalda pure quello dell’altra. Invece il cuore della protagonista e quello di Louise sono due vulcani che non hanno bisogno di calore esterno per bruciare, alimentati dall’idea della felicità in due, che le spinge ad abbandonare tutto per viversi questo amore. Louise lascia suo marito, un accreditato dottore, per lei, senza preoccuparsi di quello che dirà la gente. Lei lascia la sua ultima compagna Jacqueline, fra le cui braccia aveva trovato la sicurezza di una relazione senza troppi sussulti, ma col tepore di una casa e di un progetto di vita.
Cosa manca al loro amore? Nulla, ma l’Amore, pure quello con la A maiuscola non basta quando arriva la malattia. Louise si ammala e questo cambia tutto. Se il sentimento che le lega non fosse stato tanto forte, le sarebbe rimasta accanto, invece per il suo bene, proprio per tanto amore, la lascia alle cure finanziate dal suo ex marito. Lo fa senza parlarne con lei, perché sa che Louise non l’avrebbe permesso mai. Scappa da Londra, cambia completamente vita continuando a pensare a Louise ogni istante delle sue giornate. A sentirla attraverso tutti i suoi sensi. A vederla pure nei ricordi. Finché non decide di cercarla, nonostante tutta la rabbia che sa che starà provando per essere stata abbandonata nelle mani dell’uomo che disprezza, proprio nel momento di maggiore debolezza.
Questo libro ha fatto cadere un’altra certezza: che dell’amore nessuno potesse scrivere e riuscire a far provare amore al lettore. Jeanette Winterson con me ne è stata capace.