Senti che vento di Eleonora Sottili

Eleonora Sottili, già autrice de Il futuro è nella plastica e Se tu fossi neve, pubblica ora con la casa editrice Einaudi Senti che vento (2020), un libro piacevole, ben curato, oserei dire “sospeso”. Il romanzo racconta la storia di tre donne, Agata, la madre Graziella, detta Cella, e la nonna Fulvia.

“Cella era mia madre. Si chiamava Graziella, in famiglia l’avevano abbreviata in Cella o Cellina. Ma qualche volta era solo Cè, come il rivoluzionario sudamericano, e proprio come succedeva con lui, quel suono breve e aperto le dava una specie di luce, d’immediatezza accesa. Anche il nome di mia nonna aveva a che fare con la luce, Fulvia, mi faceva pensare a un lampo, a qualcosa di luminoso.”

Tutte e tre le donne vivono insieme e in un giorno buio e tempestoso Agata, prossima alle nozze, riceve il suo abito da sposa. Emblema della tragedia che si sta per abbattere su di loro, l’abito svolazza, impetuoso. Di lì a poco, infatti, un’alluvione colpirà le tre donne obbligandole a trovare la salvezza nei piani alti. Di lì in poi è tutto un trafugare e uno spostare ogni cosa, ogni oggetto. Ma facendo ciò si “scoprono gli altarini”, e certe fotografie che riportano a segreti e a misteri inconfessabili. Quali sono? Come determineranno la loro vita futura? All’insegna del detto che spesso tutti noi serbiamo dentro la nostra coscienza e il nostro cuore segreti e misteri inconfessabili.

Dicevo una storia sospesa: l’autrice è, infatti, particolarmente abile e sofisticata nel tratteggiare sentimenti, emozioni, ricordi, senza mai svelare del tutto. È un non detto, un percepito dalle atmosfere ovattate e rarefatte. Perfetto per chi ama il genere, per chi ama gli intrighi e i misteri. Lo è molto meno per chi ama i romanzi d’azione o le storie che si concludono, animate e ricche di pathos. Qui bisogna intuire, seguire verso un nulla che forse è destinato a non apparire mai. O forse no?