Shoah: la cintura del male
- Autore: Antonio Masullo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Shoah: la cintura del male di Antonio Masullo (Argento Vivo Edizioni, 2019) aggiunge un tassello tanto doloroso quanto necessario a un avvenimento come quello dell’Olocausto, che a distanza di tanti anni, fatichiamo ancora a elaborare. Le vicende delle sorelle Jenkis ci riportano a quel baratro in cui l’Europa è sprofondata e in cui, ancora oggi, si continua a sprofondare in altre parti del mondo. Ecco perché bisogna continuare a ricercare tutte le cause che hanno concorso alla realizzazione di tanta atrocità, solo una profonda conoscenza degli avvenimenti potrà, infatti, illuminare quel baratro e impedirgli di risucchiarci ancora.
Gli avvenimenti storici narrati nel romanzo sono ancora oggetto di studio, perché tanto ancora c’è da capire, tanti sono i perché che devono trovare ancora una risposta, quello che però sconvolge è, come scrive Reich, non perché le masse abbiano sopportato passivamente l’oppressione e le brutture dei totalitarismi, ma perché le abbiano così ardentemente desiderate.
Masullo, con la sua prosa scarna ed efficace, racconta per immagini, per emozioni, riuscendo a rendere vivido anche ciò che è invisibile agli occhi.
La vicenda, che si svolge su più piani spazio-temporali, è ordita sapientemente grazie alle diverse voci narranti. L’autore sa come rendere partecipe il lettore, così accade che mentre leggiamo siamo lì, vicino a Mara e a Lelè, vorremmo abbracciarle mentre vivono i loro giorni più bui, dar loro coraggio, rassicurarle che gli uomini non sono tutti così malvagi, che c’è ancora posto per la speranza, per la vita, per la felicità. Siamo sempre lì quando, seppur separate dal destino, entrambe riescono a riscattarsi da tanto Male, a recuperare una certa serenità, pur conservando nella loro anima i segni indelebili di tutto ciò che hanno visto, sentito, patito.
Altra grande protagonista del romanzo è la memoria, che Mara definisce:
“Il faro giusto ed equo della conoscenza che consente di illuminare le menti delle nuove generazioni al fine di guidarle, attraverso la visione reale e non edulcorata di ciò che è stato veramente, affinché non accada mai più!” (pag. 19-20)
La memoria a cui ci rimanda Masullo, quindi, non è solo la memoria intesa come archivio, che conserva le tracce del nostro passato e di tutto ciò che si è dissolto, o la memoria intesa come capacità di trattenere, come sosteneva Freud, le cose vive, quelle che si riaffacciano prepotentemente alla nostra mente, la cosiddetta memoria spettrale, attraverso la quale riviviamo il trauma, così che quello che è accaduto nel passato non cessa di accadere, ma ci tormenta. Nella parole di Mara si intravede ancora un terzo tipo di memoria: la memoria come attributo del futuro. Nel faro di cui parla Mara vi è l’invito tutto nietzschiano a non ridurre la memoria a culto passivo del passato, capace di generare solo venerazione o orrore, ma di farne la possibilità e la responsabilità per creare attivamente il nostro avvenire.
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