Solitudine
- Autore: Victor Català
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2015
Contro i pregiudizi nei confronti delle donne scrittrici, Mary Ann Evans pubblicava i suoi libri con lo pseudonimo di George Eliot, lo stesso faceva la scrittrice francese Aurore Dupin nota come George Sand e tante altre che, per timore che le loro opere non venissero riconosciute, sono state costrette a firmarsi con un nome maschile. Victor Català altro non è che Caterina Albert, una delle più grandi autrici spagnole, pseudonimo con il quale ha pubblicato dapprima racconti e successivamente romanzi, poesie ed opere teatrali. Nata alla fine dell’Ottocento sulla Costa Brava, ragazza di provincia, figlia di un deputato repubblicano, i suoi libri riscossero da subito un grande successo. Un’autrice che ha saputo descrivere la Spagna rurale con la bellezza dei suoi paesaggi, la divisione culturale e politica della sua nazione negli anni della dittatura di Franco, in una lingua letteraria, il castigliano, censurata dal franchismo.
“Solitudine”, scritto nel 1905, è una delle opere letterarie più importanti del movimento culturale modernista catalano. Un successo della letteratura rurale, “perché nessun autore si era mai rivolto a studiare l’umanità elementare che vive in campagna o sui monti”, affermò Caterina Albert in una famosa intervista.
Un testo impegnativo, ogni capitolo sembra essere un poema con espressioni popolari intense e autentiche, la cui protagonista è Mila, una giovane contadina intrappolata in un matrimonio senza amore, costretta a trasferirsi in un eremo per seguire Matias, il marito.
Nella profonda solitudine delle montagne, nelle tenebre della sera, l’eremo ai suoi occhi sembrerà essere un palazzo incantato, dimora delle fate di una fiaba. Il viaggio che intraprenderà sarà particolare. La nuova quotidianità che affronterà nella solitudine dei luoghi, tra paesaggi evocativi e leggendari, la condurranno ai misteri della vita. Tra le montagne, in quell’eremo isolato, metterà a confronto le forze occulte della natura: il Bene, rappresentato dal pastore Gaietà, bassetto e mingherlino con un berretto di pelliccia che gli copre il volto, e il Male, chiamato da tutti Anima, un contadino trasandato di mezza età con la voce rauca e gli occhi irrequieti. L’uno amichevole, rassicurante, l’altro misterioso: forze contraddittorie che si affronteranno delineando l’avventura psicologica di una giovane donna alla scoperta dei turbamenti, dell’erotismo, dei sentimenti di colpa, del dolore, della riaffermazione del proprio io.
“Ogni giorno, quando si alzava, Mila scopriva una nuova bellezza non percepita il giorno prima. E non era finita qui: scopriva anche che quelle bellezze erano contagiose e pure lei, al ritmo della montagna, notava un gran ringiovanimento. I suoi occhi, limpidi e chiari, ma pieni di serenità malinconica, si ravvivavano con lampi improvvisi, le sue labbra si coloravano con un’intensità fino ad allora sconosciuta, il suo seno era turgido come quello di una novella madre e una leggerezza gracile ed armoniosa scandiva tutti i suoi movimenti”.
Il tema della solitudine, la natura e la ricerca della propria individualità sono i temi principali che riflettono una chiara influenza della filosofia di Nietzsche, sentitamente amato da Victor Català/Caterina Albert. Un viaggio interiore e fisico, iniziatico, che nella cornice di una natura bella ed aspra, porterà Mila tra infinite prove al suo riscatto individuale. Dal limite della terra con la sua uniformità, tediosità, all’ascesa alla montagna, all’ingresso alla vita, dove l’inconscio diventerà coscienza, delineando una donna decisamente consapevole e libera.
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