Sotto assedio. La battaglia per la difesa di Roma
- Autore: Pier Luigi Villari
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
“Il mattino del 9 settembre 1943 eravamo in forte difficoltà a Roma. Kesserling era preoccupato”.
Sia pure pronunciate trentacinque anni dopo, le parole dell’allora ufficiale SS e diplomatico Eugen Dolmann riconoscono il valore delle truppe italiane. Fino a tutto il 10 successivo combatterono per contrastare l’occupazione tedesca della capitale, dopo l’annuncio dell’armistizio con gli Alleati, diffuso dal maresciallo Badoglio alle 19.40 dell’8 settembre, attraverso l’Eiar, la radio nazionale.
La Divisione Granatieri, reparto d’élite della tradizione militare italiana, fu la prima ad aprire il fuoco e l’ultima a sospenderlo, dopo l’accordo raggiunto dal gen. Calvi di Bergolo con gli alti ufficiali tedeschi, nella sede del Comando Generale delle forze germaniche in Italia, a Frascati. Disponeva il cessate il fuoco in tutta l’Urbe e il disarmo delle truppe italiane. Roma sarebbe stata dichiarata “Città aperta”.
Terminava così la “mancata difesa” della capitale, al culmine di una complessa commedia degli inganni, tra Italiani e Alleati, tra gli Alleati e gli Italiani, tra gli Italiani e i Tedeschi, ma con le idee chiarissime da parte di questi ultimi. I germanici attuavano il piano “Achse”, messo a punto da tempo per neutralizzare le nostre forze armate, in previsione della resa dell’Italia, non più fascista dal 25 luglio precedente, ma ancora in guerra al loro fianco, sia pure sempre più debolmente.
Per due giorni, militari italiani resistettero con il concorso volontario di abitanti e di tante donne in vari ruoli. I combattimenti costarono 1800 feriti e 599 caduti, tra cui 183 civili. Il nemico subì 109 morti 500 feriti, a dimostrazione che “la cosiddetta mancata difesa di Roma fu in realtà una durissima battaglia”. È un aspetto sul quale insiste Pier Luigi Villari in Sotto assedio. La battaglia per la difesa di Roma (IBN Editore, 2021), riconoscente nei confronti del sacrificio di quei combattenti - dimenticati l’uno e gli altri - e generoso di ricostruzioni, notizie sugli eventi, testimonianze di protagonisti, ufficiali, soldati, reduci, gente comune. Rilevante il corredo fotografico proposto in gran parte delle pagine.
A difesa della Capitale erano attestate tre divisioni italiane, con organici maggiori delle tre divisioni tedesche che misero sotto assedio Roma. Ma quelle del nuovo nemico erano meglio armate, con carri armati pesanti, artiglieria e pezzi controcarro. Giocava a loro favore anche lo studio degli obiettivi dell’offensiva, contro l’improvvisazione invece delle nostre operazioni, ostacolate dalla mancanza totale di ordini superiori e coordinamento.
Per i nostri, la sorpresa dell’armistizio fu totale e militarmente fatale. “Signor colonnello! Accade una cosa incredibile: i Tedeschi si sono alleati con gli Americani e ci sparano addosso!”: esemplare la scena del film di Comencini “Tutti a casa” del 1960. Alberto Sordi interpreta un giovane ufficiale confuso come tutti dall’atteggiamento aggressivo di quelli che in mancanza di notizie considera ancora alleati.
Erano disorientati anche i granatieri che alle 22 dell’8 settembre videro avanzare i germanici in assetto di guerra, tra la Cecchignola e il ponte della Magliana. Ma risposero col fuoco alla richiesta di arrendersi.
Divamparono combattimenti soprattutto a Sud di Roma e a Porta San Paolo. Piccoli corazzati si opposero con sprezzo del pericolo a enormi panzer. I reparti attendevano disposizioni dal Comando Supremo, che non arrivavano e non arriveranno. Comandanti divisionali e ufficiali inferiori sul campo dovettero agire d’iniziativa, ma scelsero la via del coraggio e dell’onore, con i granatieri, i lancieri di Montebello, i carristi dell’Ariete, genieri, fanti, carabinieri e altri militari, insieme a tanti civili.
Tutti traditi dall’apparato statale liquefatto. Il re aveva pensato solo a mettere al riparo la Corona e la famiglia, correndo a Brindisi senza lasciare una rappresentanza a Roma. Badoglio con lui, dopo avere tergiversato con gli Angloamericani sul rinvio dell’annuncio dell’armistizio e fatto annullare l’aviosbarco di truppe alleate già previsto per concorrere alla difesa della capitale. Gli alti gradi si erano preoccupati di nascondere ai tedeschi le trattative, favorendo così il piano germanico di fare affluire truppe e occupare punti strategici nella penisola.
Anche da parte alleata errori e omissioni. I comandanti angloamericani si aspettavano il ritiro dei tedeschi verso nord e non avevano previsto un crollo all’istante della macchina militare italiana. Ma non erano affatto scontenti della distrazione di forze della Wehrmacht, tutte divisioni tenute lontane da Salerno e che non avrebbero ostacolato lo sbarco alleato sulla terraferma.
A pagare furono i nostri soldati, in Italia e all’estero, che nonostante tutto in molti casi si batterono: tanti gli “eroi che caddero”. Oggi gli avrebbero detto che “ritardavano la pace”.
Romano, non ancora sessantenne, Pier Luigi Villari è laureato in Lettere, ufficiale in congedo, ricercatore di storia e autore per le Edizioni IBN di sette saggi storici e uno tecnico-scientifico.
Sotto assedio. La battaglia per la difesa di Roma (8-10 settembre 1943)
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