Storia del cinema horror italiano. Vol. 5
- Autore: Gordiano Lupi
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Di solito il tomo conclusivo di un testo enciclopedico è quello dedicato alle appendici e agli indici analitici. Il volume n. 5 della “Storia del cinema horror italiano. Da Mario Bava a Stefano Simone” curata da Gordiano Lupi (Edizioni Il foglio, 2016), rema in controtendenza, sfiorando le 600 pagine (!) e insistendo su un discorso storico-analitico che qui sfocia nel contemporaneo. Il che significa, se non altro, due cose: cimentarsi con il semi-underground (l’orrore italiano non è più genere, meno che mai industria) ed essere dotati di considerevoli dosi di coraggio editoriale.
Come sottolinea anche Nico Parente nella sua introduzione all’opera:
“Non era l’argomento stabilito a sorprendermi, quanto il fatto che vi fosse un editore pronto a investire in un’operazione commerciale così azzardata. Azzardata, da un lato, per via della poca attenzione prestata dal pubblico italiano alla lettura, dall’altro, per via dei nomi citati all’interno che, seppur di tutto rispetto, abbracciano una fascia di pubblico molto ristretta”.
Legittimo stupirsi, ma se il nome coinvolto nel doppio ruolo di autore/editore è quello di Gordiano Lupi, nemmeno poi tanto. L’ho scritto e lo ribadisco a bocce ferme: con la sua piccola realtà editoriale, Lupi sta facendo per il cinema di genere italiano quello che soltanto il gruppo di Nocturno è riuscito a fare nel settore delle riviste specializzate. Le succose interviste senza puzza sotto il naso agli epigoni (in molti casi under 40) di Argento & Co. che compendiano questo volume lo comprovano: pullula ancora, in qualche modo-forma-distribuzione, una cinematografia dell’orrore figlia di buone letture e delle pellicole dei padri della patria del filone all’italiana (Bava, Argento, Avati, Fulci, Massaccesi, ecc.), una cinematografia giovane, ostinata nella volontà di sopravvivenza come nemmeno gli zombi fulciani/romeriani che furono, che sono e che saranno sempre.
A raccontarla tutta sull’abnegazione con la quale Gordiano Lupi conduce la sua mappatura del genere (sul cinema gestisce il blog cinetecadicaino.blogspot.com) c’è anche il capitolo dedicato alla commedia horror (Un sottogenere poco italiano, da p. 21) che dai tentativi di Steno (Tempi duri per i vampiri, Un mostro… e mezzo) passa per il cult di Ciccio Ingrassia, L’esorciccio, e approda alla zombie commedy di Nello Rosati e all’ormai classicissimo Fracchia contro Dracula di Neri Parenti. La “Storia del cinema horror italiano. Da Mario Bava a Stefano Simone” di Lupi si conferma, insomma, anche in quest’ultimo volume, tra le più esaustive possa capitarvi di consultare sull’argomento. Copertina e impaginazione sono, dal canto loro, molto curate, così come i contributi di Nico Parente, Luca Ruocco e Davide Longoni.
Storia del cinema horror italiano. Da Mario Bava a Stefano Simone. Bruno Mattei, Roger Fratter e i contemporanei (Vol. 5)
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