Tenebre
- Autore: Antonella Prenner
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: SEM
- Anno di pubblicazione: 2018
Al suo esordio nella narrativa la filologa classica Antonella Prenner ci consegna "Tenebre", un romanzo storico ricco di suggestioni, pieno di rimandi storici documentati in modo puntuale, di ricostruzioni ambientali colte e raffinate, e di un’umanità, quella del protagonista ed io narrante della lunga vicenda, Marco Tullio Cicerone, che è la vera scoperta originale del libro.
La scrittrice ha usato un espediente letterario, quello del dialogo immaginario tra l’ormai anziano senatore, e sua figlia, la dolce Tulliola, morta di parto nel dare alla luce un bambino che non le sopravvisse che poche ore.
Le vicende narrate da Cicerone sono quelle relative al periodo incandescente della Res Publica all’indomani delle Idi di marzo del 44 a.C., quando Giulio Cesare fu pugnalato dai congiurati che volevano la morte di chi aveva osato abbattere la libertà. Cicerone non aveva voluto far parte, pur se chiamato, della congiura, ma ora, nelle prime pagine del libro, rivolgendosi all’amata figlia, le racconta il sogno appena fatto: lo stesso Giulio Cesare, che pur non aveva ascoltato il vaticinio nefasto dell’aruspice Spurinna che gli annunciava la morte imminente, ora ha profetizzato allo stesso Cicerone la data della sua morte, anche essa fatalmente prossima:
Adesso so tutto, figlia, so il mistero che per ogni essere umano è paura e desiderio impossibile. Ho ricevuto anzitempo il mio dono estremo e la mia dannazione. Tullia adorata, conosco il giorno della mia morte.
Così la storia procede a ritroso, dal capitolo 36, giù a scendere fino al tragico 6 dicembre del 43, quando due feroci sicari mandati da Marco Antonio, che ha fatto pace con il giovane Ottavio Cesare, il futuro Augusto, inseguiranno l’ormai rassegnato Cicerone in fuga mozzandogli la testa ed una mano, quella che aveva scritto le più potenti arringhe del mondo romano. Dalla villa di Tuscolo a quella di Astura, e poi finalmente nell’amata Formia, il senatore si incontra con quella morte annunciata ed immeritata, che conclude una vita piena di tappe importanti, politiche e letterarie, storiche e filosofiche che hanno segnato la storia della cultura classica in modo indelebile.
La ricchezza delle informazioni, la conoscenza della storia, della lingua, dei testi, degli snodi politici, che hanno caratterizzato un punto fondamentale dell’evoluzione delle istituzioni romane nel passaggio dalla repubblica all’impero, aleggiano nelle pagine del romanzo soffuse di una luce sinistra, dai bagliori delle lame dei pugnali, dal luccicare degli scudi, dal cozzare degli elmi, dallo scorrere del sangue che ricopre il fango dei campi di battaglia dove si giocano le carte decisive di una lotta senza quartiere.
Emergono personaggi noti, Marco Bruto, Cassio Longino, il nemico Marco Antonio, la scaltra Cleopatra, e figure minori ma molto presenti nella vita di Cicerone, l’amato liberto Tirone, Attico con cui si scambia lettere continue, l’odiato genero Dolabella, il figlio Marco studente in Grecia, la moglie Terenzia ormai lontana. Nel libro ritroviamo luoghi noti della toponomastica del tempo, ville patrizie dagli straordinari affreschi, mosaici, ornamenti, a Pompei, a Baia, a Formia. Riviviamo come in un film il gelo degli inverni a stento stemperati da bracieri sempre ardenti, da lucerne accese nello studio dove nascono i capolavori di oratoria di Cicerone, i cibi caldi, le zuppe di farro, le focacce al rosmarino appena sfornate, le pesche al miele che giungono dalla Campania servite da schiavi fedeli e invisibili. Seguiamo gli spostamenti dei protagonisti nelle agili navi che sfidano le tempeste mettendo a dura prova i rematori, nelle lettighe portate a spalla dagli schiavi lungo la via Appia, verso il sud, o lungo la via Flaminia, la via Emilia, verso il nord.
La Roma insanguinata dalle pugnalate al corpo di Cesare, le sedute in Senato, le ville nobiliari sul Palatino, le Vestali che incedono ieratiche sulla via Sacra. Insomma un grande affresco pieno di colori, di voci, di atmosfere, di scontri, di amicizie, di affetti grandi: al centro di tutto infatti, l’umanità di un padre che avendo perso l’unica figlia, la dilecta Tulliola, pensa che per la vita non valga più la pena di combattere, rassegnato ad offrire il collo agli assassini, come il sogno profetico gli aveva annunciato.
Un lavoro importante, quello di Antonella Prenner, dove si respira l’amore per il mondo antico, per i luoghi dove la tragedia si è consumata, quei luoghi amati dall’autrice che li vive nel quotidiano, li conosce e ce li fa conoscere ed amare. Vedendo il mausoleo del console Lucio Munazio Planco, sopra il monte Orlando che sovrasta la città di Gaeta, apprezziamo questo personaggio, amico di Cicerone, destinato ad una grande carriera, di cui ora vediamo solo l’imponente tomba, che finalmente impariamo a conoscere. E’ attraverso libri come questo che la storia del passato riesce a parlarci e a rivivere. E di storia e memoria del passato abbiamo oggi estremo bisogno.
Tenebre
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