Terre promesse
- Autore: Milena Agus
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nottetempo
- Anno di pubblicazione: 2017
“Una terra promessa, un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri”
...le nostre aspettative e i nostri sogni. Un’isola ideale, dove approdare, scendere, sicuri che solo in quel luogo tutto si realizzi secondo le nostre volontà, nel luogo a noi riservato. Perfetto ai limiti dell’utopico. Lì la felicità soppianta definitivamente il dolore e l’insoddisfazione del vivere di ognuno.
Ma sarà soddisfacente solo si rivelerà essere davvero come vogliamo che sia, poiché solo così potrà essere davvero la terra promessa, diversamente dovremmo ritornare sulla rive del mare della vita e attendere all’approdo una nuova terra da raggiungere e da ricercare oltre e sarà come noi “vogliamo che sia” quella terra promessa, altrimenti ritorneremo a ricercare e ricercare sempre più insoddisfatti della vita vissuta che inaspettatamente, però, giungerà alla sua fine.
Su questo filo conduttore, in una ricerca che è corale e singola allo stesso tempo, con un narrare delicato che avvolge, Milena Agus gioca il suo romanzo “Terre promesse” (Nottetempo, 2017), storia di una saga familiare sarda che ha nel Continente, nella Sardegna e nell’America, tre delle principali Terre Promesse.
Per Ester e Raffaele (il Continente e la Sardegna) per Gregorio (loro nipote l’America). Felicita (figlia dei primi e madre del secondo) non cerca terre promesse lei semplicemente vive. Non è bella, non è magra, non è veloce, non è desiderabile ma è libera, questa la vera essenza del suo vivere. Felicita vive così l’amore e il non amore, la scelta di una diversa maternità, la solitudine e l’amicizia, modulando e rimodulando la sua esistenza, le conseguenti speranze e le aspettative del vivere, assaporandone le poliedricità.
Diversamente da coloro che la circondano (famigliari, amici o semplici conoscenti), insofferenti inadempienti travolti da passioni intense e da dolori laceranti, lei vive l’evidente complessità dell’esistenza realizzando la concretezza del nome che porta. Per lei le “Terre Promesse” non sono lontane, iconiche, utopiche ma vicine, da comprendere nei limiti, nelle possibilità che portano all’accettazione, che non è statica e passiva ma pro-attiva. La delicatezza che traspare dal suo essere Felicita, di nome e di fatto, trova ulteriore supporto nella fluidità del linguaggio usato dall’autrice, Milena Agus, che porta il lettore ad amarla inevitabilmente.
Il viaggio narrativo propostoci da una della molte punte di diamante della casa editrice Nottetempo, è un invito a ridefinire le aspettative del proprio vivere, tralasciando utopiche chimere e favorendo sogni possibili che portano a una serenità magari non perfetta ma reale e preservabile.
Questa non è codardia o pigrizia, ma coraggio che viene dallo stare ritti, in piedi sulla battigia. Lì, osservando le increspature delle onde, percependo la temperatura dell’acqua, potremmo ritirare i piedi da quel mare imprevedibile e da lontano distinguere i tratti di quella Terra Promessa che non è altro che la nostra quotidiana, imperfetta, ma reale vita.
Terre promesse
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