The king. Il re nero di Mark Menozzi

In “The king. Il re nero” di Mark Menozzi, il mondo descritto, Valdar, è un miscuglio di razze che trovano il modo di aggirare le loro disparità e le guerre degli anni passati tramite una città: Kemyss. Questa, costruita e governata dai Figli del dio Dayros, rappresenta un nuovo inizio, una possibilità per ognuno di avere una vita tranquilla in un mondo che, seppure in pace, non offre una buona prospettiva per tutti.
Kemyss viene considerata la terra promessa: più estesa di quanto si possa immaginare, essa ospita una quantità di case e di lavoro che farebbero impallidire; migliaia sono le persone che aspettano l’apertura dei cancelli della città per prendervi parte.

È infatti con gli occhi pieni di speranza che Kade – una donna Warantu, il cui passato porta troppe sventure per le spalle di una singola persona – ha portato lì la figlia Kestel, per farle avere un futuro in cui non sia più costretta a scappare.
Le peripezie della donna non hanno fine però nella città perfetta perché la figlia viene rapita per il suo potere straordinario e rarissimo: l’Ajaran Arcobaleno. Questo è un potere innato e, soprattutto, ricercato dal Re Nero, un uomo che vuole diventare il re di tutta Valdar tramite l’evocazione del demone Olchior, la cui potenza è seconda solo a Tarkaan, il signore supremo dei demoni.
In città arrivano anche Manatasi, principe delle quattordici tribù del Warantu, il cui desiderio è quello che il suo nome venga ricordato in tutto il paese, e lo sciamano Sirasa, un ragazzo dall’animo inquieto e pieno di dubbi.

Il principe però è anche un uomo dall’indomabile spirito combattivo e altruista che lo spingerà a cercare in ogni modo la bambina per riportarla alla madre. Il loro destino si combinerà con quello di Gulneras, lo Shaziro redento che indossa il Bracciale della Colpa per disconoscere le azioni della sua razza, Kenna, il fratello che non si è mai allontanato dalle sue origini e le cui azioni barcollano tra la giusta via e il lato oscuro dei demoni e Maugis, l’ormai vecchio ammazza-demoni che sembra aver smesso gli abiti da combattente.
Così tante persone e altrettante storie che si intrecciano con un unico scopo: salvare Kestel ed impedire l’evocazione di Olchior, che distruggerebbe il barlume di vita che il mondo ha conservato.

Questo romanzo, nonostante la quantità di personaggi, riesce a far comprendere la storia di ognuno in modo semplice e non dispersivo e, per alcuni, la distinzione tra buoni e cattivi non è mai stata così labile.