Tranquillo prof, la richiamo io
- Autore: Christian Raimo
- Genere: Scuola
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2015
Un punto di vista rovesciato, alternativo, inconsueto, quello da cui prende spunto Christian Raimo, professore in una scuola romana, oltre che scrittore ormai affermato, per parlare della condizione della scuola italiana a partire dagli insegnanti, dalla loro condizione troppo spesso scomoda, dai tanti irrealizzati, frustrati, umiliati, identificati col termine, forse abusato, di vittime del “drop out”, in realtà semplicemente arrivati all’insegnamento, visto come ultima spiaggia, come ripiego alla precarietà diffusa, soprattutto negli uomini che hanno lauree umanistiche, poco apprezzate dal mercato del lavoro.
“Tranquillo prof, la richiamo io” è la storia dell’anno scolastico del prof. Radar, con questo nickname si identifica il nostro prof non-eroe, una progressiva discesa in una sorta di inferno: gli alunni sono saggi, intelligenti, realizzati, sicuri di loro stessi, affiancati da famiglie solide...
Al contrario il loro insegnante di storia e filosofia, sessantottino in ritardo, preda dei vecchi miti della didattica alternativa, del parlare d’altro e mai del programma di scuola, impreparato sempre, sempre in ritardo, convinto che i ragazzi amino il suo essere diverso da tutti i colleghi, amico degli alunni, eternamente connesso con loro tramite infiniti, inutili e ossessivi messaggi, mail, sms, con i quali tenta invano di inserirsi in quella che gli stereotipi di tanta stampa credono siano le problematiche giovanili: ecco, allora, che omofobia, bullismo, razzismo, femminismo, violenza domestica, omosessualità, diventano vere fissazioni/ossessioni che il povero prof, preda di allucinazioni crescenti crede di vedere in tutte le situazioni scolastiche che gli si presentano.
La gita scolastica, i consigli di classe, la burocrazia ministeriale, i collegi docenti, gli esami di maturità, tutto il repertorio della pubblicistica recente sulla scuola viene rivisitata da Raimo in tema antifrastico: i ragazzi buoni e responsabili, dotati, studiosi, motivati e il prof disordinato, inefficace, impreparato, forse ladro, certamente scorretto, un esempio pessimo che studenti, colleghi, preside e le stesse famiglie sono costretti a evitare, censurare, condannare.
Un punto di vista amaro, che denuncia come nella scuola italiana, malgrado i ripetuti tentativi di riforma, non sia mai stato introdotto un vero e proprio sistema di valutazione, uno strumento pedagogico di valore scientifico, capace di valutare chi possa stare davvero in classe, di fronte ad alunni “millennials”, che ignorano forse le categorie storico-filosofiche su cui si sono formati i prof, ma che conoscono alla perfezione i sistemi informatici, i contenuti ipertestuali che si ritrovano sulla rete tramite lavagne multimediali e piattaforme dedicate. Christian Raimo descrive con tragica efficacia il malessere crescente del povero prof, spiazzato, frustrato, povero, legato ad un passato per lui recente, fatto di libri, musiche, cantanti, film culto che, per i suoi studenti, è trapassato e sconosciuto.
Ho sofferto nel leggere il romanzo-verità che Christian Raimo ci racconta da dentro le pareti della disastrata scuola italiana. Spero solo che il ritratto impietoso del prof. Radar, che non sa spiegare filosofia, che sbaglia le date, che ignora le lingue straniere, che dell’Austria conosce solo le palle di Mozart, che cerca di farsi amici i ragazzi in tutti i modi, molti illeciti, sia una tragica macchietta destinata a sparire dal panorama della scuola, anche se, ahimè, di quei prof ciascuno di noi ne ha incontrati, da insegnante e, purtroppo, da alunno.
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