Tua figlia Anita di Paolo Massari

Nutrimenti edita nella Collana “Greenwich” Tua figlia Anita (2023), romanzo d’esordio di Paolo Massari. L’autore nato nel 1988 ha conseguito il dottorato di ricerca in Italianistica alla Sapienza di Roma, dove vive, con una tesi sul rapporto tra letteratura e nuovi media (Letteratura e nuovi media. Come la scrittura cambia dimensione, Bulzoni, Roma 2018) e lavora da anni nella comunicazione istituzionale e aziendale.

Oggi io sono qui per conto di tua figlia, che è morta, e a cui non ho fatto la domanda più importante. Lo chiedo a te.

La vita stessa ci ha insegnato che spesso e volentieri i legami familiari sono complicati, difficili, castranti. In questo riuscito romanzo d’esordio, l’autore racconta la sua relazione con la compagna che non c’è più al padre di lei. La cosa può sembrare strana, assurda, fuori luogo, eppure è così.
C’è una forte urgenza nell’uomo, e il lettore si domanda quale potrebbe essere il motivo di questa confessione. Come una cascata impetuosa tornano i ricordi, i momenti belli e quelli brutti, senza veli, senza filtri. È un fiume in piena, un vaso di Pandora che viene scoperchiato.
Parlare di Anita risulta più facile adesso, perché l’assenza permette di barare, fare aggiustamenti. Anzi, forse dare una mano di bianco è il dovere di chi resta. L’uomo non pensava che sarebbe finita con la sua morte. La morte è il divorzio definitivo, senza ritorni possibili, la casa è vuota, il silenzio fa paura. C’era una volta una piccola casa sui tetti ricavata da un ex lavatoio, chissà forse ora ci vivono dei ventenni “come eravamo noi”.

Un posto cosi può ospitare solo la giovinezza, le promesse imprecise del tempo a venire. Il soffitto era bassissimo, d’estate diventava incandescente, la casa di via Antonio Cesari 24, e con la pioggia sembrava di vivere sotto l’ombrello. In due ci si camminava a stento anche perché i mobili occupavano quasi tutto lo spazio. La proprietaria li aveva recuperati dalla casa di qualche vecchio parente, alcuni sportelli erano chiusi a chiave.

Io e Anita abbiamo passato serate intere a fare congetture, a immaginare cosa nascondessero.

Il padre di Anita non era stato contento nemmeno della casa che la coppia aveva scelto come residenza qualche anno dopo, lontana cinque minuti a piedi da via Antonio Cesari.

Non ci siamo più spostati da lì, forse per te questa e un po’ una delusione. La chiamavi ‘topaia’, lo so, ce lo ha raccontato tua moglie.

In questo romanzo che sorprende e commuove per l’intensità dei sentimenti espressi, emoziona anche la cover che lo accompagna, uno scatto vintage a colori, testimonianza perenne di anni felici e spensierati intitolato 1980’s Polaroid by PeterGriffin.