Un affare balcanico di Diego Zandel

Roma, 1997. Guido Lednaz, redattore della rivista aziendale di Telecom Italia, ascolta casualmente una conversazione che avviene in un salotto dell’appartamento riservato all’Amministratore Delegato della società di telecomunicazioni. A catturare la sua indiscreta curiosità è la lingua utilizzata, il serbo croato, che lui conosce abbastanza bene perché la sua famiglia è originaria di Fiume.
A parlare, infatti, sono due serbi: Momčilo Jovanović, proprietario di un’agenzia che organizza viaggi e battute di caccia grossa nel mondo, e Zoran Vadinović, Presidente della squadra di calcio del Campobasso, console onorario della Serbia un uomo d’affari con interessi in vari paesi del mondo, società registrate a Londra, in Svizzera, Olanda, in Serbia è in ottimi rapporti con Milošević e…addirittura con il comandante Arkan.
Incuriosito da quanto si stavano dicendo i due, Guido avvicina Zoran Vadinović con la speranza di ottenere un’attività ben retribuita e questi, favorevolmente colpito dalla sua origine fiumasca, gli offre di lavorare per lui. E, grazie ai buoni uffici di Zoran, passa a lavorare alle dipendenze di Gaspare Gubetti, responsabile delle Relazioni Internazionali dell’Azienda.
Ben presto Guido viene a sapere che Telecom, nell’ambito di un piano di espansione internazionale, vuole acquisire quote di minoranza di società estere situate in paesi emergenti che operano in condizione di monopolio, come è il caso di Telekom Serbia. E i due serbi, in cambio di una congrua somma di denaro, hanno il compito di “facilitare” l’operazione.
Ma anche il dottor Gubetti ha un lavoro per lui: lavorare assieme a Momčilo Jovanović e Zoran Vadinović per convincere Milošević a vendere la società a un prezzo più basso di quanto richiesto. E come secondo obiettivo fingere di stare al loro gioco, frequentarli, essere loro amico, e riferirgli quello che viene a sapere… peccato che Zoran voglia da Guido la medesima cosa.

E così il protagonista si trova a svolgere la sgradevole parte di Arlecchino servitore di due padroni, senza riuscire a sfilarsi dalla stringente morsa degli “amici serbi” e trovandosi al centro di una complessa trattativa internazionale dove in cambio di una quota di minoranza (49% delle azioni) di Telekom Serbia, la società italiana dovrà versare a Milošević millecinquecento milioni di marchi tedeschi in contanti, in parte recapitati con un jet privato in diciotto sacchi di juta delle Poste Serbe.
Un affare balcanico è una spy story di fantasia ispirata a vicende realmente avvenute, scritta da Diego Zandel, giallista e a suo tempo responsabile della Stampa Aziendale di Telecom Italia, che:

“Mescola nel romanzo verità storica e finzione con l’abituale maestria, districandosi tra donne misteriose, orsi ballerini, cantanti folk serbe e raffiche di kalashnikov regalare al lettore pagine avvincenti”.