Un cuore semplice
- Autore: Gustave Flaubert
"Un cuore semplice" è un racconto di sessanta pagine che appartiene alla raccolta “Tre racconti” (pubblicata in un unico volume nel 1877) riproposta recentemente da San Paolo Edizioni nel febbraio 2013.
In esso, Flaubert narra la storia di Felicita, una devota governante dal “cuore semplice”, traendo spunto (pare) proprio da una serva che aiutava la madre dello scrittore nelle faccende di casa.
Felicita viene descritta come un’anima pura che, seppur segnata da dispiaceri ed ingiustizie, rimane sempre fedele alla sua padrona compiendo diligentemente il suo dovere.
“Per mezzo secolo le borghesi di Pont-l’Evêque invidiarono alla signora Aubain la serva Felicita.
Per cento franchi all’anno cucinava, teneva dietro alla casa, cuciva, lavava, stirava, sapeva mettere le briglie a un cavallo, ingrassare il pollame, sbattere il burro; e rimase fedele alla padrona, che pure non era una persona amabile”.
Flaubert descrive minuziosamente Felicita:
“Felicita si alzava all’alba, per non perdere la messa, e lavorava fino a sera senza sosta; poi, dopo cena, lavati i piatti e chiusa bene la porta, affondava il ciocco sotto la cenere e si addormentava davanti al focolare con il rosario in mano. Nessuno, nel mercanteggiare, mostrava più testardaggine di lei. Quanto alla pulizia, la lucentezza delle sue pentole faceva disperare delle altre serve. Economa, mangiava lentamente, e raccoglieva col dito le briciole del suo pane dalla tavola, un pane di dodici libbre, cotto apposta per lei e che durava venti giorni.”
“Un cuore semplice” è spesso associato al romanzo “La porta” di Magda Szabó(Einaudi, 2005) in quanto le protagoniste dei due scritti, ossia Felicita in “Un cuore semplice” ed Emerenc in “La porta”, vivono un’esistenza povera ed infelice, immerse nella loro ingenuità e semplicità di spirito. Entrambe, inoltre, sono estremamente selettive e schive ai rapporti interpersonali ed infine entrambe, terminato il loro lavoro quotidiano, si esulano nelle loro rispettive case che assumono l’aspetto di veri e propri microcosmi, reliquari di oggetti strampalati e di mobili ricoperti da vecchi lenzuoli.
“Quel luogo, in cui faceva entrare poche persone, aveva insieme l’aspetto di una cappella e di un bazar, tanto era zeppo di oggetti religiosi e delle cose più disparate.[…]Si notavano contro le pareti rosari, medagliette, diverse madonnine, una acquasantiera in noce di cocco; sul cassettone, coperto da una tovaglia come un altare, la scatola di conchiglie che le aveva regalato Vittorio; poi un innaffiatoio e una palla, dei quaderni di calligrafia, il libro di geografia illustrata, un paio di stivaletti, e al chiodo dello specchio, appeso per i nastri, il cappellino di peluche! Felicita spingeva a tal punto questo culto che conservava una delle redingote del Signore. Tutto il vecchiume di cui la signora Aubain voleva disfarsi, lei lo raccoglieva per la sua stanza.”
Infine, dopo essere rimasta vedova, aver sofferto per la perdita della figlia della sua padrona, per quella di un nipote e per quella del suo amato pappagallo (dolore che la rende ancor più isolata dalle altre persone) non riesce a sopportare la morte improvvisa della sua padrona e spira. Tuttavia, anche in questi ultimi suoi attimi di vita, Flaubert la rende capace di emanare candore e purezza sconcertanti:
“Le sue labbra sorridevano. I battiti del suo cuore rallentarono a uno a uno, ogni volta più incerti, più tenui, come si esaurisce una sorgente, come si disperde un’eco; e, quando esalò l’ultimo respiro, le sembrò di vedere, nei cieli dischiusi, un pappagallo gigantesco che aleggiava sulla sua testa.”
Un cuore semplice
Amazon.it: 5,70 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un cuore semplice
Lascia il tuo commento