Un freezer per il morto di Antonio Mesisca

Antonio Mesisca, nato a Novara, dopo aver pubblicato "Nero Dostoevskij", torna in libreria con "Un freezer per il morto", un libro fresco, divertente e molto ironico. Racconta la storia di Franco Bianco, gestore di un negozio di ferramenta, che si trova davanti un cliente insolvente che gli deve ben trentaduemila euro. Perde le staffe e al culmine di una accesa discussione, lo uccide.

Di qui partono una serie di travolgenti avventure: la sua famiglia e i suoi cari, tra cui il suo stesso padre, cercano di aiutalo e tutti insieme nascondono il cadavere in un congelatore. Ma non finisce lì: perché il debitore si è recato proprio nella ferramenta, ben sapendo di essere moroso? In realtà cosa nascondeva? Chi era in effetti Mauro Cabrio? La squadra che opera intorno al fortuito assassino lavora alacremente per risolvere l’enigma.
Un giallo del tutto al di fuori delle regole: dall’inizio è evidente l’assassino e non vi è un ispettore addetto alle indagini. Si tratta di un racconto che si situa a metà tra giallo, commedia, noir, infarcito da molto humour e, forse, da qualche parolaccia di troppo. Come recita la quarta di copertina, un libro i cui ingredienti sono:

Un morto per sbaglio, un ingombrante freezer, un tale Max Pezzali, e dei ladri.

Un testo scritto con una prosa fresca e leggera, che è molto preciso nella raffigurazione della società attuale, della crisi dei tempi moderni, della situazione precaria dei lavoratori autonomi. Temi presi a prestito per la costruzione di una trama che si rivela ben presto avvincente ed intrigante, in cui nulla è come appare. Una “fresca” e giovanile lettura estiva, che non delude gli amanti del genere, anche se non rispetta le sue intrinseche caratteristiche di genere. Un autore giovane, che tuttavia dimostra di conoscere molto bene i meccanismi che fanno di una narrazione, una narrazione avvincente per il lettore. Un plauso anche per l’ironia che accompagna il testo, di questi tempi molto gradita.