Una coperta di neve di Enrico Camanni

Enrico Camanni, appassionato di montagna e divoratore di gialli, firma un libro di qualità dal titolo Una coperta di neve (Mondadori, 2020). Il titolo, al di là della vicenda narrata, suggerisce un aspetto di protezione e di fascino insito nella figura onomatopeica della neve. È un aspetto, che nel libro emerge con particolare evidenza, di quello che comunemente viene chiamato come il “mal di montagna”, ovvero:

“Il mal di montagna è una variante del mal di amore. […] È una febbre che mangia l’anima. Una zecca d’amore. […] Noi alpinisti siamo così: amiamo le rocce e la neve perché non c’è bisogno di dirglielo, e ci illudiamo persino di essere ricambiati.”

Di tale male è sicuramente affetto la guida del pronto soccorso alpino Nanni Settembrini, torinese adottato dalla montagna, che il 21 giugno si vede costretto a portare soccorso in quota, causa un’improvvisa valanga, che è:

“Una nuvola di polvere oppure la lingua di neve sul pendio. Inesorabile come un sicario, vigliacca come il terremoto. Nessuno sa quando cade, e nessuno sa dove. Figurarsi il perché.”

Sotto una coltre di neve è sepolta una donna, viva per miracolo, che però rivela un dettaglio inquietante: ha una corda legata in vita, il che sta a significare che non era sola. Ma dov’è il compagno di cordata? Non si trova nulla e la donna quando si sveglia non sa neppure dire chi sia lei stessa. Inizia così un giallo anomalo, alla scoperta di un’identità perduta e di un omicidio che non c’è.

Una coperta di neve è un romanzo in cui si respira aria di montagna, evidenziata bene nei suoi aspetti positivi e negativi. Un giallo d’atmosfera, scritto con una prosa semplice, ma precisa e sapiente. Un libro di montagna per appassionati e non, ricco di malia travolgente. Per intenditori.