Una vita diversa
- Autore: Catherine Dunne
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2017
Una vita diversa di Catherine Dunne (TEA, 2017, traduzione di Eva Kampmann) è stato pubblicato in Italia nel 2002 dopo il successo ottenuto dall’autrice con La metà di niente.
Isabella Bossi Fedrigotti ha scritto che nei racconti della Dunne c’è “un realismo minuto, quotidiano”, sono uniti dal filo della sofferenza femminile; che la scrittrice narra di persone comuni, ma nei suoi romanzi la loro vita è straordinaria.
È così in Una vita diversa nel quale anche la storia sarà protagonista. L’autrice irlandese ha saputo raccontare la vita intima di una famiglia, i legami familiari, l’amore, in un periodo complesso e difficile del suo Paese.
Lo ha elaborato mentre era sulle tracce delle sue origini; sua nonna era di Dublino e andò sposa ad un ingegnere navale di Belfast più grande di vent’anni, dopo il matrimonio andarono a vivere in una villa a Holywood ed ebbero otto figli. Nel cercare ricordi familiari e frammenti del suo passato la Dunne ha svolto ricerche, raccolto informazioni alla Linenhall Library di Belfast, e le ha messe insieme in una grande evocazione di altri tempi, dagli anni di fine Ottocento agli albori del Novecento, tra tensioni sociali e politiche.
Una vita diversa racconta le vite di tre sorelle dublinesi, Hannah, May ed Eleanor, che non conoscono altro che una vita agiata e borghese; e di Mary e Cecilia di una famiglia della classe operaia di Belfast che lottano per guadagnarsi da vivere nelle fabbriche di lino della città, in mezzo a crescenti tensioni politiche. Hannah, May ed Eleonor sono molte amate dalla mamma Sophia, ambiziosa nei riguardi delle sue figlie. Edward il padre, un uomo modesto e schivo, a seguito di una promozione si trasferirà con tutta la famiglia a Belfast.
Per le tre sorelle non sembrava possibile un altro mondo di scuole, di strade al di là della loro Dublino. L’aria tetra e fuligginosa di Belfast non le invoglierà a pensarne bene.
perfino gli edifici erano solidi ma non eleganti.
Per Sophie, la città avrebbe offerto una vita migliore alle sue figlie e il marito in qualità di direttore delle poste poteva usufruire di una casa elegante e di avere la servitù. Ma tutto sembrò prendere un’altra piega: lo scandalo per un’approprazione indebita e la famiglia dovette far ritorno a Dublino. Mary e Cecilia vivevano tra le tetre strade di Carrick Hill di Belfast, piene di miseria e stenti. Il padre era morto e la madre lo avrebbe seguito di lì a poco non sopportando il dolore della perdita. Mary e Cecilia, ancora piccola, avrebbero dovuto provvedere da sole in quell’angolo della città dove non c’era giustizia e “la precaria pace faceva acqua da tutte le parti”.
Inverno 1890, Mary conosceva tante bambine di otto e nove anni con il viso emaciato per la fatica che lavoravano all’opificio e le si spezzava il cuore a immaginare anche sua sorella Cecilia, ma i soldi non bastavano per poter vivere. Per lei, una bambina così intelligente con la passione per i libri, aveva immaginato un futuro di studi. Le piccole operaie lavoravano tra il rumore assordante e i vapori pungenti dell’olio combustibile che le lasciavano senza respiro, in piedi davanti al capo filatore ad imparare i segnali di quando dovevano cessare o quando avevano diritto al poco tempo per mangiare. All’ora di pranzo nessuna di loro si reggeva in piedi per la stanchezza.
Nel frattempo non si placavano gli scontri tra i lealisti e gli indipendentisti: tanti gli uomini assembrati nelle strade.
Il rombo delle loro voci, gli scarponi che rimbombavano sinistri contro il selciato e le braccia che oscillavano
In un’aria carica di tensione Mary e Cecilia li seguivano con lo sguardo agitare i bastoni. I tumulti degli operai e delle lavoratrici in rivolta proseguirono per giorni e notte tra le macerie sparse ovunque e i tonfi dei colpi di martello. Intanto Sophia con le tre figlie era rientrata a Dublino con l’unico pensiero di assicurare loro il futuro di una vita dignitosa, un buon matrimonio con famiglie ricche o gente danarosa. Per Mary e la piccola Cecilia la vita a Belfast, tra le tensioni sociali di lotta e di indipendenza, avrà in riserbo altre sofferenze.
All’improvviso tutto in Mary le appariva fragile, col suo morale completamente a terra, il suo ottimismo esaurito. Tuttavia, non si poteva permettere di non andare a lavorare. Le pareti della sua piccola vita sembravano stringersi tutt’intorno a lei; persino respirare stava diventando difficile.
Nessuna delle giovani protagoniste avrebbe potuto immaginare la propria esistenza e ognuna di loro desidererà cambiare il proprio destino.
La Dunne con la sua scrittura innegabilmente visiva, in questo romanzo superbo, riesce con straordinaria sensibilità a narrare la storia di giovani donne, la sofferenza, la lotta, e di quando il racconto delle loro vite si intreccerà sullo sfondo di una Irlanda all’inizio del conflitto tra i nazionalisti protestanti fedeli al Regno Unito ed i cattolici indipendentisti.
La questione irlandese avrebbe assunto un carattere nazionalista, che con le sue dinamiche politiche, sociali ed economiche dopo la Grande Carestia che aveva provocato un milione di morti per fame, causa della più grande migrazione, condurrà l’Irlanda di lì a qualche anno ad una delle rivolte popolari più sanguinose del XX secolo, il Lunedì di Pasqua del 1916.
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