Viaggio con Charley
- Autore: John Steinbeck
Prendete un uomo già maturo, aggiungete un vecchio barboncino francese dall’altisonante nome di Charles le Chien ma chiamato col più simpatico diminutivo di Charley, una casa mobile dotata di tutto il necessario ribattezzata Ronzinante e avrete tutti gli ingredienti necessari per un ottimo romanzo "on the road", di quelli tanto cari all’America. L’americano è senza dubbio un uomo che viaggia, fin dall’epoca dei cow boy e dell’epica conquista del west. Anche il nostro scrittore parte quindi alla scoperta dei vasti spazi del continente all’inseguimento del suo animo zingaro che, gli avevano detto, col tempo sarebbe passato al pari di una di quelle malattie dell’infanzia che, quando vanno via, lasciano un po’ cresciuti. Quindi "partiamo... ma non vedi che siamo... partiti già?". Poche battute e il motore comincia a rombare; la strada non è quella dritta e ampia che i telefilm ci hanno mostrato ma una via tortuosa e nascosta che serpeggia fra alberi, costeggia fiumi, si riposa in piazzole di sosta con i bidoni verniciati e le panchine. Gli incontri sono pochi e bizzarri con i filosofi della strada che offrono al viaggiatore la loro incontrastata verità. I personaggi, a volte taciti e scostanti, altre volte loquaci e fin troppo invadenti, sono abbozzati con pennellate sapienti e ironiche, scavati nel profondo mentre sono convinti di scavare a loro volta l’incauto straniero. La targa di New York incuriosisce non poco, tutti invidiano l’uomo della Grande Mela, tutti vorrebbero andare là, nella metropoli, mentre egli ne è fuggito alla ricerca di qualcosa di diverso. Ma, più che sui personaggi, l’attenzione si posa sugli scenari, descritti sempre con un velo di magia, sulle storie e le tradizioni, le condizioni del tempo che, per chi viaggia, sono sempre importanti. E poi c’è lui, il cagnolino, inseparabile compagno e presenza costante, osservato in ogni sua mossa, presentato con la dignità di un essere pensante nei suoi gesti quotidiani, nelle sue abitudini, nell’incontro fiero e coraggioso con gli orsi del parco. Ronzinante si incunea nel mondo come una navicella spaziale, è in qualche modo un elemento estraneo, un corpo sconosciuto che fende l’atavica armonia di un reame immutato e immutabile. Non ha il potere di cambiarlo, solo di osservarlo come potrebbe fare un viaggiatore interstellare nei confronti del desolato suolo di un pianeta inesplorato. Il lettore si insinua nella storia a bassa voce, come fatto partecipe di un grande segreto, si ritrova a leggere, affascinato, al lume di una lampada a olio e gli sembra di sentire le sferzate gelide del vento sulla faccia, il ticchettio della pioggia incessante, il ronzio del motore.
Gli incontri e le scene in alcune occasioni sono pretesti per affrontare la questione razziale, soprattutto nell’ultima tappa, il Texas sterminato, dove il viaggiatore ormai stanco è costretto a veder scorrere sotto i propri occhi scene di odio tra bianchi e neri, lui che non può essere razzista poiché l’unica famiglia di colore che conobbe nell’infanzia, i Cooper, era composta da persone pulite, intelligenti e oneste. Comprende di non poter condividere tutti i luoghi comuni da cui quell’odio prende le mosse. La diffidenza, la paura, la rabbia dimostrata da alcuni improvvisati compagni di viaggio hanno il potere di fiaccarlo definitivamente. Così il viaggio, che era iniziato nella sua mente e nella sua fantasia molto prima della reale partenza, si conclude lì, a chilometri e chilometri da casa e l’unico desiderio del viaggiatore diviene tornare il più presto possibile.
Ci troviamo tra le mani un libro dalla scrittura scorrevole e leggera, ma che si fa profonda riflessione, capace di sviscerare vizi e virtù, un romanzo da leggere tutto d’un fiato, magari proprio in occasione di un viaggio.
Viaggi con Charley: alla ricerca dell'America
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