Villino Teresa
- Autore: Emilia Tortorici
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
“Villino Teresa”, la residenza che dà nome al romanzo di Emilia Tortorici è protagonista e teatro delle vicende narrate, dalla sua costruzione fino al suo abbattimento, simbolo di un mutamento che sconvolse l’interiorità e l’esteriorità di un mondo e di un’epoca. Nel periodo storico che va dall’Unità d’Italia allo scoppio del secondo conflitto mondiale si snoda la vicenda del protagonista del libro e, legata ad essa, quella di Palermo.
La narrazione segue l’ascesa sociale di Gibì, abbreviativo di Giovanbattista, il nome del protagonista che si realizza come uomo e porta a compimento i suoi progetti. Leggendo “Villino Teresa” ripercorriamo la sua vita, insieme a quella della città di Palermo che vive un florido momento culturale ed economico cui segue il declino. Ci si ritrova d’un tratto di fronte a nuove realtà col decadimento di un mondo considerato immutabile ed incrollabile. Palermo nei suoi luoghi, nei suoi personaggi, nella sua anima, è protagonista anch’essa della narrazione, con la sua gente di cui si descrivono gli umori e i caratteri.
Si parte da Garibaldi e dai suoi Mille che per quel di Monreale, con il suo bianco destriero, incrocia i destini di quella gente che, nella campagna, viveva una realtà contadina. Emilia Tortorici si sofferma non poco nel descrivere questo mondo, ormai antico, nei suoi aspetti e nelle sue atmosfere, con dovizia di particolari: racconta, ad esempio, il periodo della mietitura, dove nelle pause ci si dissetava dai bummuli e si trascorrevano le fresche sere nell’aia.
La narrazione però si sposta poi a Palermo, seguendo le vicende di Gibì nella sua nuova vita cittadina e nel suo percorso di studi: è l’occasione per descrivere il peregrinare nelle strade in una Palermo d’epoca. Si compie un viaggio a ritroso nella memoria, si ha la sensazione di vivere in quel tempo, in posti che ormai non esistono più, come la pasticceria del cavaliere Salvatore Gulì, con i più svariati tipi di dolci e le colorate confezioni.
Dopo che le effimere strutture dell’Esposizione Nazionale (1891-1892) vennero smontate, il lettore ha come l’impressione di passeggiare nel Firriato di Villafranca dove si ergevano le splendide ville in stile liberty ormai quasi del tutto scomparse, inghiottite dalla speculazione edilizia.
Una microstoria, quella di “Villino Teresa”, che racconta, nel suo divenire, la storia e lo sviluppo della realtà circostante. La città della Belle Époque, gestita da sindaci illuminati, che permisero a Palermo di aggiudicarsi l’Esposizione Nazionale del 1891-92 e, ancora, l’ascesa del potere economico della famiglia Florio che arricchì l’economia isolana portando lustro e prestigio alla felicissima Palermo, allora un riferimento culturale di indubbio valore e livello.
Le vicende familiari si intrecciano, nella narrazione, con quelle epocali della Grande Guerra. Sono spesso i particolari minuti quelli meglio descritti. Gli stati emotivi, le passioni, gli amori accanto ad una puntuale e precisa ricostruzione storica; poi, però, con la fine della guerra nel 1918, si assiste a un mutamento di prospettive con i moti di contestazione degli operai. Dopo la guerra tutto sembra mutare nelle vicende familiari e cittadine e la narrazione di Emilia Tortorici si ferma alle soglie del secondo conflitto mondiale. In “Villino Teresa” troviamo uno stile leggero ed elegante che immerge il lettore nelle atmosfere dell’epoca che sembrano rivivere, grazie a una forte e sentita partecipazione emotiva.
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